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L’appello missionario alla famiglia carismatica orionina: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”

L’appello missionario alla famiglia carismatica orionina: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”

Don Giovanni Carollo, direttore provinciale della provincia religiosa Madre della Divina Provvidenza, rivolge un appello missionario alla famiglia carismatica orionina.

A tutti voi, pace e benedizione dal Signore!

Mentre scrivo questa lettera mi trovo ad Elbsan, nel sud dell’Albania, con don Felice, con altri Religiosi, religiose e Laici orionini, perché oggi celebriamo 30 anni della nostra presenza nel Paese delle Aquile.

Ogni commemorazione ha tre scopi, come ci insegna Papa Francesco: 1. Fare memoria grata del passato; 2. Vivere il presente con passione; 3. Abbracciare il futuro con speranza.

Mi soffermo sul terzo punto, consapevole del momento storico che la Provincia “Madre della Divina Provvidenza” sta vivendo, con un Capitolo straordinario alle porte che non vuole essere segnato dal pessimismo e dal disfattismo (pars destruens), ma al contrario dall’ottimismo che proviene dalla fiducia in Dio e dall’entusiasmo del nostro Fondatore e dal carisma che ci ha lasciato in eredità, che ci spinge a “gettarci nel fuoco dei tempi nuovi” (pars costruens).

Il nostro Fondatore, anche lui missionario in America Latina, raccontando l’apertura nella missione nel Chaco, in Argentina, così si esprimeva con il fuoco nel cuore per Dio e per le anime: “Qui, ce n’è tanto bisogno! Io ho accettato (…) perché il Santo Padre disse: non fermatevi all’orlo, dove le città sono come Milano, ma andate nell’interiore, dove pochi o nessuno vuole andare. (…) è una posizione dove non c’è nulla da godere, c’è tutto da soffrire, e c’è da fare la vita del vero missionario. Ci sono i mussulmani, perché non ci saremo noi? E perché non ci sarà chi pensa all’anima dei poveri? (Scr. 47,224)”.

Anche la Linea di azione 7 del XV Capitolo generale ci esorta ad alimentare in noi la dimensione missionaria: “Poiché la nostra presenza in diverse regioni del mondo è frutto dell’impegno missionario di tanti nostri buoni religiosi che si sono incarnati nelle culture dove hanno operato, i Provinciali motivano i loro religiosi, fin dagli anni della formazione, ad entrare nel dinamismo missionario che ha dato e anima la vita della nostra Congregazione”.

Mentre rivolgo questo appello missionario, mi vengono in mente i Confratelli, le Consorelle e i Laici che hanno offerto generosamente la loro vita per la causa di Cristo e del Vangelo per il bene delle anime. Alcuni di essi godono della Vita di Dio, altri ancora sono sul campo e da tanti anni non si sottraggono non solo alla santa fatica quotidiana, ma anche alla lontananza dalla propria Patria. Penso, in particolare, ai Confratelli dell’Albania e dell’Ucraina, quest’ultima martoriata dalla guerra.
Scrivevo, infatti, nella relazione rivolta ai Direttori il 6 settembre u.s.: “Segnalo, inoltre, il 30° anniversario di presenza in Albania che celebreremo nei giorni 14-16 ottobre (poi rimandato al 12 novembre). Un momento bello per rilanciare anche un appello missionario ai Confratelli della Provincia, non solo per il Paese delle Aquile, ma anche per l’Ucraina. Dobbiamo sentire questi due Paesi più parte del corpo provinciale ed accrescere quel senso di appartenenza che rende possibile e fattibile un’eventuale esperienza “missionaria”, anche per poter permettere un turnover con i Confratelli che da decenni con generosa oblatività stanno spendendo la loro vita per la causa del Vangelo. Diversamente, risulta meno difficoltosa la presenza di religiosi italiani in Romania e viceversa”.

Dopo queste dovute premesse, con molta fiducia in Dio e nella generosità di ognuno di voi, rivolgo un APPELLO MISSIONARIO per rinforzare e ravvivare le nostre presenze in Albania e in Ucraina, dove attualmente la situazione è la seguente:

ALBANIA: 2 Residenze con 4 Religiosi.

1. BARDHAJ: Don Emilio Valente (51 anni di cui 20 in Albania) e Don Giuseppe De Guglielmo (80 anni di cui 30 in Albania). Si prendono cura di una Parrocchia, di un Oratorio e di alcuni villaggi.

2. ELBASAN: Don Giuseppe Testa (51 anni di cui 17 in Albania) e Don Dorian Mjeshtri (46 anni, albanese). Si prendono cura di una Parrocchia, di un Oratorio e di alcuni villaggi. Siamo gli unici sacerdoti dell’intera Amministrazione Apostolica del Sud.

UCRAINA: 1 Comunità su due città con 5 religiosi.

1. LEOPOLI: Don Fabio Cerasa (39 anni di cui 10 in Ucraina), Don Egidio Montanari (64 anni di cui 21 in Ucraina), Ch. Zadorozhnyi Orest (Ucraino, 20 anni, 1° anno di tirocinio). Si prendono cura di una Parrocchia, di un Oratorio, di una Casa famiglia per disabili e di un Ostello per giovani.

2. KIEV: Don Moreno Cattelan (63 anni di cui 18 in Ucraina) e il Ch. Mykhailo Kostiv (Ucraino, 21 anni, 2° anno di tirocinio). I religiosi risiedono in un appartamento affittato. Abbiamo un terreno con due container: uno adibito a Chiesa e uno a Caritas e Oratorio.

Nel salutarvi, vi chiedo di sostenere con la preghiera d. Flaviu Enache che il prossimo 20 dicembre accompagnerò presso la nuova missione di Novo Aripuaña (Brasile), nel cuore dell’Amazzonia.

Fraternamente,

Don Giovanni Carollo

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