skip to Main Content
Menù
Sanremo – Un villaggio a misura di Alzheimer

Sanremo – Un villaggio a misura di Alzheimer

Il Piccolo Cottolengo di Sanremo ha creato un “villaggio” per accogliere gli anziani affette dalla malattia di Alzheimer.

Alla presenza del Vescovo di Ventimiglia Monsignor Antonio Suetta, del vice Sindaco Costanza Pireri e dell’Assessore Massimo Donzella, dell’Assessore Regionale Marco Scajola e del Consigliere Mabel Riolfo è stato inaugurato il nuovo reparto, ristrutturato grazie alla generosità della Signora Adriana, moglie di Attilio Hintermann alla cui memoria è intitolato.

Il nucleo Alzheimer Giovanni Paolo II è stato pensato per essere una casa che accoglie e non costringe, stimolando le abilità dei malati attraverso le cosiddette terapie non farmacologiche, basate sulla stimolazione sensoriale. All’interno del reparto, ci sono la stazione con un vero vagone ferroviario, il fiorista e il ristorante.

“E’ una risposta adeguata al passo con le nuove conquiste scientifiche che sempre più propongono una terapia alternativa all’uso dei farmaci – ha detto Don Fulvio Ferrari, direttore della struttura – E’ anche un modo nuovo per stare accanto ai nostri fratelli che si trovano nel disagio, come voleva Don Orione“.

“Siamo stati ispirati dal considerare la persona come un paziente al considerare il paziente come una persona – afferma la dottoressa Ana Popovic, direttore sanitario – Abbiamo pensato che laddove non è possibile modificare la malattia, si può di intervenire  per valorizzare le capacità non compromesse della persona modificando l’ambiente in cui è inserito, creando spazi  protesici, terapeutici e piacevoli, spazi per le  relazioni umane dove  il primo obiettivo diventa  il benessere della persona e  la qualità di vita”.

Conclude Fabrizio Rinaldi, educatore e coordinatore del reparto: “Il nuovo nucleo Alzheimer Giovanni Paolo II si distingue come una innovativa realizzazione, unica in provincia di Imperia, il metodo di assistenza utilizzato è quello del gentlecare fondato da Moyra Jones, ovvero gestione del paziente affetto da demenza in una prospettiva d’insieme, modello definito protesico, volto cioè a impostare a ciascun paziente una assistenza personalizzata”.

Tra le diverse attività proposte nel reaperto, ci sono il giardino Alzheimer, uno spazio progettato nella gbrande terrazza per stimolare i sensi e promuovere il benessere della persona attraverso la natura e i suoi benefici. L’équipe propone anche la terapia del treno, attività che offre stimoli visivi e ricordi grazie alla proposta di un vero e proprio viaggio in treno, la stanza del rilassamento, dove gli ospiti posso rilassarsi su una comoda poltrona in una stanza dove vengono proiettate stelle sui muri e sul soffitto il tutto accompagnato da musica rilassante in sottofondo.

Inoltre vengono svolte attività socio educative quotidiane come attività ricreative, attività espressive, attività occupazionali e laboratoriali, attività neuro cognitive con finalità di rallentare in decadimento cognitivo, uscite su territorio, laboratorio di cucina.

Oltre a questo, le vere perle del reparto sono la pet therapy (attualmente vengono in struttura tre cani, un labrador, un setter e un beagle) la doll therapy  con bambole utilizzate per rassicurare e fornire conforto, il giardinaggio e ortoterapia.

Il merito di questo reparto unico non è solo l’aderenza a modelli scientificamente validati, ma il suo significato profondo si può trovare nelle parole di Fabrizio Rinaldi:

“Sono ormai 20 anni che opero come educatore presso il Piccolo Cottolengo Opera Don Orione di Sanremo. In tutti questi anni ho dato molto ma soprattutto ho ricevuto molto dagli anziani con cui ho condiviso le mie giornate.

Voglio ricordare Armando, per i grandi consigli sulla vita, Serio per avermi trasmesso il suo amore per la natura, Vanda e il suo carattere forte e deciso nell’affrontare ogni cosa nonché una delle prime donne della storia italiana ad avere la nomina di cavaliere del lavoro, Giuseppina detta Pinuccia e la sua voglia di scherzare sempre, Rosemma per il suo modo di intraprendere ogni attività sempre con un grande sorriso e infine Matilde, unica per tutto, una vera signora, che si è dimostrata sempre forte, tanto da farmi organizzare il suo funerale mentre era ancora in vita, mio braccio destro per ogni attività organizzata, mia consigliera e grande amica con cui ho condiviso la vita di reparto e un po’ della mia.

Queste sono solo alcune delle tante persone che ho potuto conoscere durante il mio cammino, e forse, se non fosse stato per il mio lavoro, le nostre strade non si sarebbero mai incontrate. Quello che sò è che sono felice di essere un “educatore per anziani” e di condividere ogni giorno la vita con loro cercando di svolgere al meglio la mia missione.”

Back To Top