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Montebello della Battaglia – Don Orione a servizio della qualità della vita

Montebello della Battaglia – Don Orione a servizio della qualità della vita

Il  Consiglio Provinciale ha incontrato ieri i Direttori Sanitari delle opere socio-assistenziali italiane. Un’occasione importante di confronto e dialogo, nel cammino di crescita e di fedeltà al carisma di San Luigi Orione.

Don Giovanni Carollo, Direttore Provinciale, ha rivolto ai presenti queste parole:

È la prima volta che la Provincia raduna i Direttori sanitari delle nostre Opere; si direbbe un evento storico, ma siamo consapevoli che ogni incontro con una persona, in particolare con la vita fragile, è un evento storico e di grazia, proprio attraverso la via della cura e della qualità della vita.

Ogni giorno, infatti, la vostra professione, insieme alla responsabilità che essa comporta, si declina in una vocazione, proprio perché siete al servizio della vita di coloro che la Divina Provvidenza ci affida.

Pertanto, ogni volta che ci imbattiamo nelle necessità corporali e spirituali dei nostri ospiti, meglio definiti da Don Orione “nostri padroni”, collaboriamo con lui nell’essere balsamo per lenire le loro sofferenze.

In Don Orione, la centralità della persona è la logica conseguenza della centralità di Gesù, vero fuoco d’amore da far ardere in noi nello svolgimento quotidiano del nostro servizio a favore della nostra ed altrui fragilità.

È a tutti noto come il nostro Fondatore nel suo percorso umano e formativo verso il sacerdozio e, poi, lungo tutto il suo ministero ed apostolato, abbia sviluppato la carità della prossimità e, dunque, la cura verso la persona dal suo nascere al suo tramonto.

Dai giovani alle persone anziane e fragili nel corpo e nello spirito, perché la carità non ha confini e, come lui stesso affermava, facendo proprie le parole di Dante Alighieri: “la carità non serra porte”.

Un’azione apostolica sempre alla testa dei tempi e a servizio della qualità della vita per una vita di qualità e che la Divina Provvidenza dirige e custodisce. Concretamente, poi, essa si manifesta attraverso l’operato di tutti coloro che, religiosi e laici vogliono essere collaboratori della carità di Dio.

La fiducia nella Divina Provvidenza fa crescere nelle Case orionine una vera e propria cultura del dono, senza la quale si rischia di essere solo aziende socioassistenziali simili a tante altre. Gli ospiti che vivono in esse, gli operatori che vi lavorano, i volontari che offrono il loro amore, i religiosi della comunità, sono un dono della Provvidenza che chiede ad ognuno una inderogabile responsabilità: la cura di sé e degli altri.

La Congregazione si schiera per la qualità della vita di coloro che don Orione definisce i nostri padroni, le nostre perle, ovvero coloro che consegnano le proprie fragilità alle nostre cure. Una qualità della vita che abbraccia la persona nella sua totalità di corpo, anima e psiche, perché “nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio”.

Pertanto, il servizio alla vita è una mission apostolica, “conditio sine qua non” fallirebbe la stessa azione caritativa.

Infatti, come scriveva Benedetto XVI nell’enciclica Deus caritas est: “Il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza; tutti i fedeli hanno il diritto ed il dovere di impegnarsi personalmente per vivere il comandamento nuovo che Cristo ci ha lasciato (cfr Gv 15,12), offrendo all’uomo contemporaneo non solo aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell’anima”. (n. 28).

Comprendiamo, allora, che la qualità della vita delle persone costituisce l’identità e la vocazione di ogni opera orionina che agisce in nome e per conto della Chiesa e del Papa.

Con questo spirito e con queste intenzioni fondazionali, ci lasciamo guidare dal desiderio di conoscerci, di incontrarci e di condividere le esperienze e le sfide di un delicato servizio qual è quello di una direzione sanitaria, motivo per cui è necessario invocare lo Spirito Santo che “è Signore e dà la vita”.

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