Genova – Il Piccolo Cottolengo festeggia il Natale con Don Tarcisio
Anche quest’anno il Piccolo Cottolengo Genovese ha festeggiato il Natale con la tradizionale visita del Direttore Generale della Congregazione orionina. Accolto dal Direttore della costellazione genovese, don Dorino Zordan, don Tarcisio Vieira ha celebrato la Santa Messa domenicale, partecipata da Ospiti, Familiari, Collaboratori, Volontari e Amici dell’Opera.
Nella sua intensa e coinvolgente omelia, Don Tarcisio si è soffermato sulla figura di San Giuseppe, proposta dalla liturgia dell’Avvento. «San Giuseppe – ha detto, citando Papa Francesco – è un uomo dei sogni, ma non è un sognatore. Aveva sogni grandiosi, ma restava sempre con i piedi per terra non accontentandosi delle sole idee».
Una riflessione che ha preso forma nella quotidianità della vita familiare: «Giuseppe è un uomo, uno sposo, un papà che cerca di proteggere la sua famiglia, una figura bellissima nel tempo di conclusione dell’Avvento. Sapeva vivere lo straordinario nell’ordinario e l’ordinario in modo straordinario, dando sapore e colore alle cose, e mettendosi in gioco davanti alle decisioni difficili».
«Anche Dio – ha concluso il Generale – ha sogni grandiosi per l’umanità e si fida di noi, che diventiamo strumenti per la loro realizzazione. In tanti momenti della nostra vita siamo chiamati a metterci in gioco proprio come San Giuseppe. Cerchiamo di realizzare in modo umano i nostri sogni e di contribuire a realizzare quelli che Dio ha per noi. Il Signore ci insegna a sognare e ci dona la grazia necessaria perché, nel nostro piccolo, i sogni possano prendere forma».
Il tema dei sogni è stato anche il filo conduttore dell’incontro di Don Tarcisio con i Collaboratori, durante il quale il Generale ha presentato alcune novità riguardanti le opere della Congregazione. Appuntatosi sul petto il grande cuore di Don Orione, preso in prestito dalla divisa di un’animatrice geriatrica, Don Tarcisio ha richiamato lo spirito visionario del Fondatore: «Don Orione era un uomo dei sogni e continuava a sognare anche nei momenti più difficili, oltre i confini, persino quando fu costretto a chiudere il suo oratorio. Fu allora che, sognando, vide prendere forma la sua Opera sotto il mantello della Madonna, nella sua protezione e nella sua benedizione».
«Oggi – ha proseguito – siamo presenti in 34 paesi del mondo, e ogni seme piantato racconta proprio la concretezza dei sogni di Don Orione».
Il Generale ha quindi accompagnato i presenti in un ideale viaggio intorno al globo, toccando i luoghi in cui la Congregazione è impegnata: dalla Costa d’Avorio al Camerun, dall’Amazzonia brasiliana all’India. «Ogni volta che veniamo travolti dall’accoglienza della gente – ha confidato – sperimento l’orgoglio di essere orionino e sento la responsabilità di camminare sui passi di un uomo grandioso».
Non è mancato il richiamo al valore dei segni, in particolare alla presenza dei figli della comunità, indicatore del compimento della missione e della necessità di ripartire, di andare altrove a piantare un nuovo seme.
In omaggio alla piccola comunità di suore malgasce che prestano servizio al Piccolo Cottolengo, Don Tarcisio ha terminato con un riferimento alla futura apertura di una nuova missione in Madagascar. «Per andare avanti – ha detto – dobbiamo sapere cosa lasciamo dietro di noi, come quando guidiamo un’auto e controlliamo lo specchietto retrovisore per procedere: è la memoria, soprattutto delle cose belle, che sostiene il sogno».
La giornata si è conclusa in un clima di condivisione e convivialità: la comunità si è ritrovata per il pranzo di Natale e ha poi proseguito i festeggiamenti in teatro con il “Festival dei Talenti”, uno spettacolo musicale e artistico che ha visto protagonisti Ospiti, Collaboratori e Amici orionini.



























