
Magreta – Scegli il Servizio Civile!
Innanzitutto, presentatevi al nostro pubblico.
N: Mi chiamo Nadia, ho 23 anni e sono laureata in Servizio Sociale. Attualmente sto svolgendo il Servizio Civile presso la comunità educativa semiresidenziale S.L.OR.
A: Ciao a tutti mi chiamo Adriana, ho 21 anni e sono diplomata all’Istituto d’arte Venturi di Modena. Sono una volontaria del servizio civile presso la comunità Orione 80 di Magreta.
Come avete conosciuto il SCU?
N: Ho conosciuto il Servizio Civile Universale tramite i social media quando frequentavo il primo anno di università. Sin da allora mi è sembrata un’esperienza interessante, e ho pensato che, una volta laureata, sarebbe stata un’occasione ideale per sperimentarmi concretamente nel settore in cui ho studiato.
A: Ho scoperto il Servizio Civile Universale grazie a mia sorella. Poiché lavora nella comunità in cui sto svolgendo il mio servizio, è stata lei a informarmi di questa opportunità.
Quando avete iniziato il vostro percorso e quanto dura?
N & A: Abbiamo iniziato il 28 maggio 2024. Il Servizio Civile ha una durata complessiva di un anno.
Raccontateci un po’ le aspettative che avevate prima di iniziare, gli obiettivi che vi eravate poste e le impressioni iniziali della Fondazione.
N: Prima di iniziare, le mie aspettative sul Servizio Civile erano di poter vivere un’esperienza utile per mettere alla prova le competenze acquisite durante gli studi. Il mio obiettivo principale era quello di acquisire maggiore consapevolezza e sicurezza nel mio ruolo. Volevo anche crescere a livello personale, migliorando le mie capacità relazionali e imparando a gestire situazioni complesse. Le mie prime impressioni sulla Fondazione Orione 80 sono state molto positive: ho trovato un ambiente accogliente, organizzato e ricco di valori. Fin da subito, ho percepito un forte spirito di collaborazione e grande professionalità da parte dell’equipe. Mi ha colpito in particolare la dedizione e l’attenzione verso ogni persona assistita. Ogni ospite viene considerato nella sua unicità, con interventi personalizzati che mirano a valorizzarne le capacità e a rispondere ai suoi bisogni specifici.
A: Le mie aspettative sono state sicuramente influenzate, in parte, dal fatto che conoscessi già l’ambiente e che mia sorella fosse qui con me. Probabilmente, senza questi elementi sarebbero state diverse, ma nonostante ciò ho sempre nutrito ottime aspettative. Il mio obiettivo principale, fin dall’inizio, è stato conoscere e vivere questa realtà, mettermi alla prova e confrontarmi con qualcosa che rappresentava una novità per me. La mia prima impressione è stata un po’ timorosa: lavorare con ragazzi quasi della mia età, con un passato così difficile ed essere per loro un punto di riferimento non è stato semplice… Tuttavia, con il tempo ho scoperto che in realtà mi piace molto.
Quali sono i vostri compiti principali durante la giornata?
N: La mia giornata tipo in comunità inizia con la colazione insieme ai ragazzi, un momento semplice ma importante per iniziare con il piede giusto. Successivamente, a seconda del giorno, partecipiamo a diverse attività organizzate, come equitazione, laboratori di arte e musica, o palestra. Queste attività sono svolte con il supporto di professionisti e degli educatori, offrendo ai ragazzi l’opportunità di esprimersi e imparare cose nuove. Dedichiamo anche del tempo ad attività insieme agli educatori, come lo studio, i compiti scolastici o semplici attività casalinghe, ad esempio cucinare o riordinare la casa. Dopo pranzo, preparato insieme ai ragazzi, accompagniamo a casa i ragazzi che hanno partecipato alle attività mattutine e accogliamo quelli del pomeriggio. Nel pomeriggio proseguiamo con altre attività educative, concludendo poi la giornata con una merenda e il rientro dei ragazzi, accompagnati dagli educatori.
A: I miei compiti principali consistono nell’occuparmi dei ragazzi, trascorrere del tempo con loro, supportarli nel loro percorso di crescita, aiutarli nello studio e immergermi completamente nella vita della casa.
Ci raccontate un episodio particolarmente significativo?
N: Più che un singolo episodio, ciò che mi ha colpita di più è vedere come, attraverso gesti piccoli e semplici, si possa fare davvero la differenza per questi ragazzi e ragazze. Dedicando loro spazio di ascolto e svolgendo anche attività semplici in cui possano esprimersi, è possibile aiutarli ad ottenere cambiamenti importanti nelle loro vite. Mi ha colpita molto vedere come, attraverso piccoli gesti e attenzioni, questi ragazzi e ragazze riescano a fare progressi, sviluppare fiducia in sé stessi e scoprire nuove loro capacità.
A: Per me ogni momento ha un significato. Sicuramente, un episodio particolarmente significativo è stato l’arrivo di un ragazzo che sin da subito, mi ha visto come una figura di riferimento, è stata per me una grandissima soddisfazione.
Com’è il rapporto con i ragazzi?
N: All’inizio ci è voluto un po’ di tempo per creare un rapporto di fiducia con i ragazzi, perché molti di loro sono piuttosto riservati. Piano piano, condividendo con loro diverse attività e trascorrendo del tempo insieme, sono riuscita a costruire legami significativi con molti di loro. È bello vederli aprirsi poco a poco, fidarsi e condividere emozioni.
A: Il mio rapporto con i ragazzi è molto trasparente: mi piace scherzare e ridere con loro, e apprezzo quando si confidano con me… Allo stesso tempo però, cerco di mantenere un approccio serio e ben definito nei momenti in cui è necessario intervenire.
Cosa vi portate a casa da questa esperienza fino ad ora?
N: Fino ad ora, questa esperienza mi ha insegnato molto, sia a livello personale che professionale. Ho imparato ad avere più pazienza e a rispettare i tempi e le esigenze di ciascuno. A livello professionale, mi ha aiutato a chiarire meglio cosa vorrei fare in futuro, una domanda che mi aveva spinto a intraprendere il percorso del Servizio Civile.
A: Sicuramente, il primo pensiero che porterò con me da questa esperienza riguarda i ragazzi che ho incontrato e le loro storie, i fantastici educatori che mi hanno supportato nei momenti di difficoltà e, soprattutto, la consapevolezza e la crescita personale che ho acquisito vivendo la comunità.
Consigliereste di svolgere il SCU nelle Comunità della Fondazione Orione 80? Perché?
N: Sì, consiglierei senza dubbio di svolgere il Servizio Civile nelle Comunità della Fondazione Orione 80. È un’esperienza molto arricchente, sia dal punto di vista umano che professionale. L’équipe della Fondazione mi ha accolto fin da subito con grande disponibilità, seguendomi e supportandomi. All’inizio del percorso, il volontario riceve un sostegno costante per ambientarsi al meglio, e gradualmente vengono affidate piccole responsabilità e compiti, che permettono di acquisire competenze utili e di crescere sia personalmente che professionalmente. È un percorso che offre tantissimo sotto molti punti di vista.
A: Consiglio vivamente di svolgere il Servizio Civile Universale presso le comunità della Fondazione Orione 80. Questa esperienza mi ha lasciato ricordi indelebili, emozioni bellissime, grandi soddisfazioni e l’opportunità di conoscere nuove storie e realtà diverse dalla propria. È stato un percorso fantastico, ricco di insegnamenti, che sicuramente mi sento di consigliare a chiunque.