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Bergamo – Una lettera per il Padre Provinciale

Bergamo – Una lettera per il Padre Provinciale

Continuiamo a pubblicare le lettere che i confratelli anziani hanno scritto al Direttore provinciale. Oggi è la volta di Don Giacomo Defrancesco che, dopo diversi anni trascorsi nella comunità del teologico, nell’estate scorsa, ha raggiunto Bergamo.

Caro Don Aurelio, buon giorno!

Ho ricevuto l’altro ieri la tua gradita lettera, che ho letto con interesse. Per prima cosa essa ha creato in me un senso di rimorso. Perché dopo essere venuto a Bergamo non mi sono più fatto sentire. Veramente avevo pensato di ringraziarti per aver accolto la mia proposta di venire in questa comunità. Ma tutto è rimasto nel pensiero: lo voglio fare ora, grazie! 

Qui mi trovo bene, sto cercando di ambientarmi in questa nuova realtà. Certamente è una realtà molto diversa da quella del Teologico però, anche in passato, non mi è stato mai difficile cambiare comunità. Se si vuol vivere, c’è sempre dappertutto il “materiale” per vivere e vivere bene.

Io non sento tanto le restrizioni imposte dal Covid 19. Va bene, non posso giocare al pallone ma, neanche prima, data la mia età e le condizioni di salute, potevo farlo. Certo che quella benedetta mascherina, se non ci fosse, sarebbe meglio. Comunque quando piove, per uscire, bisogna prendere l’ombrello senza fare tanti problemi, o andare in crisi.

Tu fai, a noi anziani, delle proposte molto interessanti che dovrebbero essere prese sul serio. Le memorie dei singoli renderebbero più ricca la storia della Congregazione. I vari studi che si fanno sono importanti, ma sono frutto di ricerca che non sempre coglie la verità. Mentre le memorie dei singoli sono come andare a raccogliere l’insalata o i pomodori nell’orto e non al mercato, come capita nel primo caso.

Penserò nei prossimi giorni se trovo qualcosa di interessante da comunicare, riguardo alla mia vocazione e alla vita religiosa che il Signore ha voluto donarmi. Mi piace tanto questo verbo “donare”. Se tutto quello che abbiamo di buono e di bello è dono di Dio, allora tutta la nostra vita dovrebbe essere un dono a Dio, poi tutto il resto viene di conseguenza.

Ho cercato di dirti quello che il mio cuore mi suggeriva. Per il momento ti saluto e cercherò di pregare per te e per la Provincia. Se mi dimentico non mi spavento, perché il Signore mi ascolta di più quando mi dimentico.

Un fraterno saluto e te ed anche a tutto il Consiglio.

don Giacomo Defrancesco

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