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Foggia – Una lettera per il Padre Provinciale

Foggia – Una lettera per il Padre Provinciale

Alcuni religiosi hanno risposto alla “Lettera del Direttore provinciale ai confratelli anziani e ammalati”, comunicando qualcosa di sé. Oggi pubblichiamo la pagina di Don Gernaldo Conti, confessore al santuario dell’Incoronata di Foggia.

Gentile provinciale, carissimo don Aurelio,

rispondo con piacere alla vostra lettera del 9/11/2020. Intanto grazie per la bellissima lettera così tanto personale da farmi sentire le emozioni delle lettere di don Zambarbieri. In questo periodo di coronavirus ci voleva una bella lettera così, poco tecnologica, molto “intima” e con un bellissimo francobollo. Grazie ancora.

Sì è vero, gli anni della mia giovinezza sono stati pieni di progetti, iniziative e grazie ai superiori e ai confratelli anche tante realizzazioni sempre nello stile orionino.

Non so bene se la mia vita passata possa essere un insegnamento per le generazioni future, certamente ho cercato di fare del mio meglio per trasmettere ciò che ho imparato della spiritualità e stile orionino, così come l’ho ricevuto dai sacerdoti più anziani che ho avuto la fortuna di conoscere. Mi riferisco a don Giuseppe Montagna, don Giuseppe Fiori, don Angelo Bartoli, don Luigi Rizzi, don Albino Cesaro, don Gaetano Piccinini, don Giuseppe Zambarbieri, don Silvio Parodi, don Enrico Sciaccaluga, don Alvaro Garuffi, don Faustino Santella e don Domenico Sparpaglione.

Il primo incontro con don Orione l’ho avuto una notte di luglio 1960 leggendo proprio la sua biografia, scritta da Sparpaglione. Quella notte ho versato tante lacrime di gioia, cosciente di ricevere un dono: lo spirito di don Orione. Tre mesi dopo lasciavo tutto e il 6 novembre ’60 arrivai a Tortona tra i carissimi. Cosa ha segnato i miei primi cinquant’anni di congregazione? Direi lo zelo che mi è stato trasmesso dai confratelli nell’amore alla Chiesa, al Papa e, soprattutto, ai poveri.

Un esame di coscienza e dei suggerimenti per il futuro me li ha offerti don Orione stesso. Avevamo celebrato con tanto entusiasmo a Sanremo i cinquant’anni della sua morte con un Convegno molto interessante ed impegnativo, dove anch’io ho dato il mio contributo. Prima di tornare a Roma, era il 13 aprile 1990, al mattino alle 6:40, prima di andare alla stazione, sono passato nella stanza di don Orione per chiedere la sua benedizione. Inaspettatamente, ho sentito un impulso interiore: “Si figlio, ti benedico, ma ti raccomando sii umile; fai, fai, lavora, datti da fare, però in sottomissione. Fai contenta la Chiesa, il Papa i vescovi e i superiori. Non essere acre con i superiori, anche quando ti ostacolano; stai sempre contento, ubbidisci e datti da fare. Non ti intestardire, sii mansueto e fai capire ai superiori che stai dalla parte loro e non contro di loro. Ecco, si ora ti benedico di nuovo!”. Meditai tanto queste parole; capisco che ho ancora tanto da fare, ma sono sicuro che il Signore mi aiuterà a vivere i suggerimenti di don Orione.

Con questo virus ho sempre più voglia di fraternità, di comunione tra di noi. Mi piaceva tanto quel quadretto con la cornice scura, appeso nel refettorio della nostra casa, con quelle poche righe di don Orione: “Quelli che cooperato alla perfetta concordia…” (Scritti,2,399). Il covid mi ha messo un po’ di paura, ma ho trovato il modo per combatterlo con l’aiuto del salmo 91: “Tu che abiti al riparo dell’Altissimo, e dimori all’ombra dell’Onnipotente…”.

Ho davanti a me la meravigliosa utilità che offre la moderna tecnologia. Sto facendo un video incontro alla settimana con un gruppetto di studenti universitari e un gruppetto di famiglie. Presto inizierò sempre in streaming un video incontro con adolescenti.

Caro padre provinciale grazie ancora di tutto. Invoco la benedizione di Dio su di voi e tutto il consiglio. Voi beneditemi con il cuore di padre che siete chiamato ad esprimere verso ognuno di noi.

Saluti don Gernaldo Conti.

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