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Foggia – Ricordando un padre, un fratello, un amico

Foggia – Ricordando un padre, un fratello, un amico

In occasione del trigesimo della morte di don Romolo Mariani, i confratelli e gli amici hanno voluto incontrarsi al Santuario della Madonna Incoronata di Foggia, per ringraziare il Signore di aver incontrato nel loro cammino Don Romolo.

E’ bastata una telefonata, il passaparola perché molte persone accorressero al Santuario di cui fu rettore e direttore del seminario per sei anni, dal 1990 al 1996.

Alla santa messa erano presenti anche Don Giovanni Carollo e don Felice Bruno, in rappresentanza del Consiglio Provinciale, e due giovani sacerdoti, Don Graziano Bonfitto, parroco a Reggio Calabria, che è stato un suo seminarista, e Don Rosario Belli, direttore a Fano, che proprio con don Mariani ha sentito nascere la vocazione.

Don Romolo è stato animatore dei giovani,  conforto degli anziani, sostegno dei disabili. Eppure, al di là di ciò che ha saputo realizzare in Italia, in Sud America e in Africa, rimane impresso lo stile che ha caratterizzato il suo apostolato. Ha frequentato il mondo per andare incontro alle istanze dei più poveri ovunque seminando la speranza, reclamando la giustizia, coltivando la pietà. In lui, e nella sua azione, riluce lo spirito garibaldino che don Orione aveva impresso alla Congregazione. E in questo è stato degno continuatore dell’opera dell’altro faro della sua vita: don Gaetano Piccinini, come lui marsicano, altra luminosa stella della costellazione Orione.

Alla fine della Messa è stato proiettato il video che il Centro di Savignano Irpino, in segno di gratitudine per l’affetto di lunga data da lui ricevuto, ha realizzato in sua memoria. Il filmato ripercorre alcuni momenti significativi della sua vita, a testimonianza del prezioso dono che egli ha saputo essere per gli ultimi e i diseredati della terra.

La testimonianza filmata è stata poi seguita dalle voci commosse di molti amici e religiosi che lo hanno conosciuto.

Michele Leone ha ricordato un’amicizia lunga 26 anni, così forte perchè “quello che Dio unisce nulla può dividerlo”.

Don Graziano Bonfitto entrò in seminario all’Incoronata a undici anni e lì incontrò un padre, un punto di riferimento per tutta la vita. “Don Romolo sognava in grande – dice don Graziano – non si accontentava mai. Non sopportava chi non sognava in grande e ci diceva sempre Siate condor, non galline. Ci ha insegnato ad essere coerenti, ad andare fino in fondo, senza perdere la capacità di fare un passo indietro”.

Matteo Perdonò ha letto, vincendo a stento la commozione, alcuni stralci di una lettera di Don Romolo, scritta per gli auguri di Natale nel 2012, nei primi mesi di recupero dopo un lungo periodo di malattia e di non autosufficienza. Don Romolo parla della sua malattia come di un dono per avvicinarsi ancora di più ai deboli, come sereno abbandono alla volontà divina per partecipare al sacrificio di Cristo e poi afferma: “Sì, oggi mi sento di gridarlo ad alta voce, Gesù è l’unico che può trasformare la tristezza in gioia”.

Don Rosario Belli ha conosciuto l’opera Don Orione prestando servizio all’Incoronata di Foggia  nel 1994 e lì “ho incontrato un padre, una guida che mi ha saputo valorizzare e mi ha fatto scoprire cose di me che ancora non avevo individuato. Don Romolo lo sento vicino, è stato e sarà per me sempre una guida”.

Gino, il postino di Borgo Incoronata, ha raccontato il primo incontro con il nuovo rettore del Santuario, da cui è nata una profonda amicizia, “Padre Romolo era un uomo di un’umanità straordinaria, parlava ed operava in grande, era un grande demolitore e costruttore, ma soprattutto era costruttore di pace”.

Aldo Cota ha ricordato la paternità di Don Romolo, mentre il figlio era in seminario: “Aldo stai tranquillo, hai lasciato tuo figlio nelle mani della Madonna. Se non diventerà prete, diventerà un buon padre, un buon medico, un buon ingegnere”.

Da ultimo Omar, da Avezzano, un parente di Don Romolo, ha ringraziato i presenti, perché con la loro partecipazione a questa celebrazione hanno testimoniato concretamente quando lui aveva sempre insegnato: la comunione e la condivisione.

Don Giovanni Carollo ha chiuso le testimonianze con un canto, che don Romolo insegnava ai suoi seminaristi. Il testo ripete grazie al Signore in più lingue e nella sua semplicità riassume la vita di questo figlio di Don Orione: lo sguardo rivolto a Dio per portare in ogni angolo del mondo la sua misericordia.

 

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