
Ercolano – La missione, tra sinodalità e speranza
Il coordinatore del Movimento Laicale Orionino di Napoli e Ercolano, Pasquale Oliviero, condivide la sua riflessione dopo gli esercizi spirituali della famiglia carismatica orionina, svoltisi a Roma alla fine di settembre.
Quando lo scorso 8 maggio Papa Leone XIV si affacciò dalla Loggia della Basilica di S. Pietro come 267° successore dell’apostolo Pietro, pronunciando il primo discorso al mondo e alla Chiesa delineò in qualche modo il suo profilo e le linee programmatiche del suo futuro pontificato.
Tutti abbiamo colto che, da missionario qual è stato per vent’anni in Perù, vuole condurre la Chiesa a ravvivare la sua dimensione missionaria affinché si rimetta Cristo al centro, da cui poi scaturiscono i valori fondamentali ed inalienabili come pace, giustizia e povertà, con le dinamiche sinodali e il fermento giubilare della speranza.
Questi ideali papalini hanno costituito il tema degli Esercizi spirituali vissuti dalla Famiglia carismatica orionina (religiosi, sacerdoti e laici) presso la “Casa Tra Noi” di Roma dal 24 al 28 settembre u.s.: “In cammino, per vivere la missione e testimoniare la speranza”. Le meditazioni sono state tenute da Don Giovanni Carollo, Superiore Provinciale.
Un percorso che ha coinvolto sessanta persone provenienti da varie parti d’Italia e dall’estero, tra cui un buon gruppo da Ercolano e Napoli, all’insegna dello spirito di famiglia, tanto raccomandato da S. Luigi Orione, in ascolto e nel confronto con la Parola di Dio e del Santo Fondatore, per interrogarci sull’identità e sulla missione degli orionini, religiosi e laici, nella Chiesa e nel mondo di oggi in fedeltà al Papa e al suo magistero.
Le parole chiave emerse dall’incontro con la Parola di Dio e che ci hanno riposizionato come Famiglia orionina nella Chiesa, consapevoli che il nostro carisma è ecclesiologico, sono le seguenti: ascolto del progetto del Signore su di noi da vivere nella fedeltà, per raggiungere la vera felicità. Pertanto, bisogna ritornare a Cristo e camminare dietro a Lui e con Lui insieme agli altri, per imparare ad amare come Lui ha amato noi. Solo così le nostre relazioni saranno dettate dalla misericordia, perché scaturiranno dalla preghiera e si vivranno con vero spirito sinodale per abbracciare la speranza e vivere la nostra missione.
Naturalmente, vivendo questa esperienza spirituale a Roma, abbiamo vissuto il giubileo attraversando le porte sante di due basiliche papali: S. Pietro e S. Maria Maggiore. Sono stati momenti di forte ed intensa spiritualità, toccando con mano la presenza della grazia del Signore. Ci siamo immersi con spirito orionino nel cuore della Madonna e della
cristianità con quell’accento tipico che il Fondatore ci ha trasmesso, quando ci ha consegnato in eredità l’amore verso Gesù, il Papa, le Anime e Maria.
Da papalini, quali ci vuole S. Luigi Orione, il santo della carità e del sociale, la domenica mattina abbiamo partecipato alla preghiera dell’Angelus con Papa Leone XIV e al Giubileo dei catechisti. Un’emozione che ha siglato il nostro incontro tra stupore, allegria, convivialità e fraternità.
Infatti, consapevoli della ricchezza spirituale ricevuta in questi giorni sotto l’azione dello Spirito Santo, carichi di speranza e emozioni, i nostri bagagli sono stati riempiti dall’accoglienza reciproca delle diversità, dalla conoscenza di volti e storie, dalla condivisione del tempo e dello spazio, dalle conversazioni spirituali, dall’amicizia e dalla certezza di appartenere ad una grande Famiglia: la Chiesa di Dio nella Congregazione di Don Orione.
Sicuramente la nostra missione ci attende là dove il Signore ci chiama ad essere e ad operare nella quotidianità, tra testimonianza e sfide, tra rifiuto ed accoglienza del Signore, certi di dover contribuire a colmare l’abisso tra Vangelo e vita, tra Chiesa e popolo, tra religione e scienza, per dare ragionevolezza della nostra fede in un mondo che ragiona
anche con l’intelligenza artificiale, ma che non deve far mai battere il cuore che ci rende sempre più umani e fratelli tutti.
La ricerca della pace vera, d’altronde, come ci insegna Papa Leone XIV, racchiude ogni percorso e abbraccia ogni ideale, affinché presto divenga reale.