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Fano – Sognando Don Bosco!  90 anni dalla posa della prima pietra del Santuario dedicato al Santo

Fano – Sognando Don Bosco! 90 anni dalla posa della prima pietra del Santuario dedicato al Santo

A Fano il 15 aprile 1934 Don Orione celebrò la posa della prima pietra della Chiesa dedicata a San Giovanni Bosco proclamato Santo nello stesso anno.

Sono trascorsi 90 anni dal quel gesto così significativo e l’Istituto Sacro Cuore Mons. Gentili di Fano vuole ricordare non solo il segno della fondazione della sua Chiesa ma il grande significato del legame tra Don Orione e Don Bosco.

Nella lettera inviata (il 09 aprile 1934) dallo stesso Don Orione al Superiore generale dei Salesiani egli scrisse: “E poiché, dopo Dio e la Madonna, devo a Don Bosco e ai Salesiani se sono Sacerdote, io e tutti i mei intendiamo così in qualche modo di compiere…pubblica testimonianza di gratitudine per il grande bene che, io specialmente, ne ho ricevuto” invitandolo, alla cerimonia e chiedendo la presenza dei salesiani a significare ancora quel legame forte non solo tra i due ma anche tra le reciproche Congregazioni religiose. Lo stesso, qualche giorno prima, il 01 aprile 1934, si recò a Roma per la canonizzazione di Don Bosco.

Sappiamo che nella vita spirituale Don Orione ricorse frequentemente a Don Bosco, fin da giovane chierico, quando in sogno ricevette da quest’ultimo indicazioni sulla sua vocazione sacerdotale. Da allora Don Orione si affidò sempre, oltre che a Dio e alla Madonna, a Don Bosco in innumerevoli situazioni di fatica e difficoltà. Quelle parole che il Santo pronunciò a Don Orione piccolo studente a Valdocco, “saremo sempre amici”, lo accompagneranno sempre per tutta la vita.

Oggi comprendiamo bene che il rapporto tra i due trascende il vincolo personale e coinvolge le due famiglie religiose, la Società di San Francesco di Sales e la Piccola Opera della Divina Provvidenza. Egli scrisse ancora: “A me sedicenne Don Bosco disse, avanti di morire: «Noi saremo sempre amici». Durante tutta la mia vita, ho cercato di non essere indegno dell’onore di sì grande amicizia” raccontò e commentò più volte questo episodio. “«NOI SAREMO SEMPRE AMICI». Io non ho mai dimenticato questa grande e santa parola che Don Bosco mi rivolse, quest’espressione d’amore paterno e spirituale, questo attestato che Don Bosco mi diede l’ultima volta, credo, che mi sono confessato: Noi saremo sempre amici! Quante volte mi sono trovato in mezzo a tante peripezie, altrettante volte mi sono sentito confortare da queste parole che mi rimasero scolpite nel cuore: Noi saremo sempre amici! (…) La nostra Congregazione è una piccola pianticella, a paragone di un cedro quale è la pianta e l’opera di Don Bosco. Non disse: io e te saremo sempre amici; disse: Noi saremo sempre amici! Questo NOI trascende dalle persone e passa nelle due Congregazioni. Siate sempre i piccoli e, nella gratitudine del cuore, siate sempre i grandi amici di Don Bosco e di quelli che vanno perpetuando nel mondo l’Opera di Maria Ausiliatrice, di Don Bosco, l’Opera che la Divina Provvidenza ha affidato ai Figli di Don Bosco!”. (Parola del 31 gennaio 1940 un mese avanti la morte di Don Orione).

Nella lettera del 9 aprile 1934 egli continuò “La Piccola Opera della Divina Provvidenza, desiderosa di vivere anch’essa, quanto più possibile dello spirito di Don Bosco, di conformarsi alla sua vita, di imitare, col Divin Aiuto, la virtù, di avere la celeste protezione, avrebbe deciso di innalzare a Fano, a onore e divozione di S. Giovanni Bosco, una Chiesa, che sarà aperta al pubblico.

In queste parole comprendiamo bene l’intento di un Don Orione che, nella maturità dei suoi anni e nella pienezza della sua attività pastorale, indicò ieri ai suoi e a tutti noi oggi, un preciso compito. Non solo onorare la figura di un grande Santo, consentire alla istituzione religiosa locale di Fano di avere a disposizione una più ampia e confortevole Chiesa ma piuttosto continuare a realizzare quel “sogno giovanile” nel realizzare il disegno di Dio nella Piccola Opera. Due sono impegni presi con la realizzazione della Chiesa dedicata a Don Bosco: la “conformazione alle virtù” di San Giovanni Bosco e la richiesta continua di “protezione” per la Piccola Opera.

La realizzazione dell’edificio ha visto l’impegno dei migliori tecnici ingaggiati da Don Orione, gli stessi che hanno seguito negli stessi anni il Santuario della Madonna della Guardia a Tortona e quello dedicato a Sant’Antonio a Reggio Calabria.

Il progetto della Chiesa è stato anche illustrato in riviste specialistiche di architettura dell’epoca. In particolare nella rivista di costruzioni civili ed industriali del marzo del 1935 si illustra lo stile architettonico della Chiesa intonata al tipo basilicale con richiamo, notevolmente modernizzato, alla architettura romanica. Già nel giornale dell’Istituto Sacro Cuore Mons. Gentili di Fano del 1933 (numero di gennaio-febbraio de L’Orfanello) si disse testualmente che il Tempio doveva avere un richiamo ampio (nazionale) e nel contempo incorporare armonicamente le Piccole Opere: collegio, scuola di arti e mestieri risultando un tutto organico comodo per i giovani e per i fedeli.

Don Ernesto Canavese che ricevette il compito di portare avanti il progetto scrisse “insieme al profumo dell’incenso, al lento salmodiare, alla preghiera vivace e devota dei bimbi, insieme alle melodie dolci dei canti religiosi io odo in una funzione incantevole, il rombo dei motori, lo stridore delle segherie, il ritmico lavoro delle macchine tipografiche, i colpi sonori del maglio, inno possente di lavoro e di preghiera. Sarà un sogno? No, è un proposito fermo di Don Orione, e quando ci si mette Lui, subentra la Provvidenza e allora, le difficoltà si appianano…i lavori saranno diretti dal nostro confratello Ing. Michele Bianchi che ha assistito i grandiosi lavori del Santuario della Madonna della Guardia.

Ancora oggi ci piace sognare con Don Orione che la Chiesa, dedicata a Don Bosco, possa essere sempre più un punto di preghiera ed incontro con Dio, un faro di riferimento spirituale per tutti, soprattutto i giovani, un luogo nel quale chiedere sempre a Dio, per intercessione di San Giovanni Bosco, un “aiuto sicuro” per la Piccola Opera della Divina Provvidenza.

 

 

 

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