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Kiev – Un aggiornamento da Don Moreno

Kiev – Un aggiornamento da Don Moreno

Don Moreno Cattelan, missionario orionino, racconta il ritorno dopo tanti mesi a Kiev. Leggiamo il suo “Diario di pace”.

La decisione di ritornare a Kyiv non è stata facile.

Alla fine su tutto ha prevalso questo tipo di ragionamento. Ormai tutta l’Ucraina e vulnerabile. Bombardamenti ci sono stati a L’viv, come a Kyiv, a Vinnytzia, come Ivano Franchisk.

In secondo luogo, a tutt’oggi, non sappiamo quanto questo conflitto durerà. Infine, dopo questi primi 5 mesi di guerra, non si vede l’ora di tornare alla normalità (relativa, senza dubbio!) ma sempre normalità è. Anche la decisione di far rientrare i nostri amici disabili da Tortona rientra in questa logica. Giusta o sbagliata che sia ci aiuta, in un certo senso, a riprendere, sotto vari aspetti, quanto abbiamo dovuto improvvisamente abbandonare il 24 febbraio; a Kyiv, come al L’viv.

Dopo la celebrazione della Divina Liturgia e aver salutato gli astanti e soprattutto i nostri amici disabili abbiamo lasciato L’viv.

Per gran parte del tragitto abbiamo parlato del futuro; di quanto ci aspetta. Le nostre idee e le urgenze che incontreremo. Abbiamo poi ripercorso le tante avventure con i nostri amici profughi; i viaggi in frontiera; le tantissime amicizie strette con una infinità sconosciuta di persone che ora sono nostri amici. Pur nella tragedia che viviamo è stato sicuramente un bel dono della Provvidenza. Una esperienza irrepetibile. Unica.

Proseguiamo il viaggio sotto un cielo plumbeo. A tratti sembra che inizi a piovere. Poi il cielo azzurro si apre illuminando i campi si girasoli e grano. Traffico dimezzato rispetto al solito. Poco prima di arrivare a Rivno, siamo a circa metà strada, notiamo una cosa assai curiosa; sono state rimosse tutte le indicazioni lungo la superstrada che stiamo percorrendo. Ci sono solo i cartelli dei segnali stradali! Ma la cosa più curiosa è che non appena abbiamo superato la città di Zhetomir (siamo ora ad un centinaio di chilometri da Kiev) i cartelli indicatori sono riapparsi con i nomi dei paesi o città cancellati ad eccezione di Kyiv. Ci siamo chiesti il perché senza trovare una risposta. P

assando per il villaggio di Myla (siamo ad decina di chilometri da Bucha che si trova più a est e ormai alle porte di Kyiv) ci sono ancora segni evidenti dei bombardamenti fatti dai i carri armati russi su alcune abitazioni, due centri commerciali, un benzinaio, il ponte pedonale che sovrasta la strada…per me e Mykhailo che guida, è il primo vero impatto con le conseguenze della guerra. Le prime immagini dal vivo di quanto anche noi avevamo visto solo in TV. Anche l’ultimo tratto di superstrada, solitamente intasata dal traffico, in entrata e in uscita da una grande capitale, è ridotto più della metà.

Non appena entriamo in città eccoci al primo vero e proprio punto di blocco. Ne abbiamo passati una decina lungo la strada ma nessun ci ha fermato. Controllo dei documenti e per me italiano un’ ulteriore verifica (tipo frontiera). Stessa procedura arrivati nei presi di casa dove si trova un grande posto di blocco. Facciamo anche qui quasi mezz’ora di coda prima di arrivare al punto di controllo. Controllo con domande varie sull’ultima volta che sono uscito dall’Ucraina; cosa ci faccio qui (indichiamo il nostro palazzo a pochi decine di metri e diciamo: “Veramente noi abitiamo lì!), motivo del materiale che abbiamo a bordo del pullmino… Fortunatamente ci lasciano passare senza problemi. Così dopo due minuti siamo davanti ai due box per scaricare il materiale. Facciamo un giro di perlustrazione del territorio. Tutto apposto.

L’erba è crescita a dismisura tanto da nascondere tutto…ci sarà un po’ di lavoro! Siano ritornati anche per questo motivo! Avvisiamo L’viv, parenti ed amici che siamo arrivati a destinazione sani ne salvi e iniziamo la nuova avventura… nel nome della Divina Provvidenza.

 

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