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II Domenica di Quaresima – Trasfigurazione, un anticipo di eternità

II Domenica di Quaresima – Trasfigurazione, un anticipo di eternità

In questa domenica in tutti e tre i cicli liturgici viene proposto il racconto della Trasfigurazione.

Marco racconta che dopo sei giorni Gesù sale su un alto monte con Pietro, Giacomo e Giovanni: qui avviene la Trasfigurazione.

Questi sei giorni hanno un valore simbolico: anche Mosè sul Sinai rimase avvolto da una nube per sei giorni, il settimo Dio lo chiamò. I sei giorni indicano un cammino, una attività che lascia presagire un evento che dà compimento alle attese, come la creazione.

Il testo di Marco è ricco di riferimenti all’Antico Testamento, al libro dell’Esodo e i profeti: la nube, la tenda, i profeti richiamano ad altri racconti di teofania.

Possiamo considerare la Trasfigurazione la pagina più bella del Vangelo, perché ci racconta cosa ci aspetta dopo la morte, ci anticipa il nostro destino finale, ci apre prospettive di vita eterna, la vita stessa di Dio partecipata all’uomo.

Davanti a noi non abbiamo il nulla, l’oblio, la polvere: l’apostolo Paolo scrive ai Filippesi che “la nostra patria è nei Cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose”.

 

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