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Costruire il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia

Costruire il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia

Il Network della Non Autosufficienza ha redatto un documento con questo titolo, come proposta aperta per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, da Cristiano Gori (coordinatore), Antonio Guaita, Maurizio Motta, Franco Pesaresi e Marco Trabucchi.

Il mondo intero, e in esso il mondo dei servizi residenziali per anziani, è stato profondamente scosso dall’evento pandemico, in Italia e nel mondo interno. Durante la preoccupante crescita della curva epidemica, le istituzioni sociosanitarie e i loro dirigenti hanno affrontato la sfida di rintracciare soluzioni di emergenza, che garantissero la continuità assistenziale e al contempo la qualità di vita possibile, lottando per la salute dei loro ospiti mentre al contempo affrontavano notevoli difficoltà economiche.

Nel frattempo, sui media si sono diffuse le posizioni più intransigenti: c’è chi attacca in modo pervasivo e totale la concezione stessa delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), spingendo in modo univoco verso la domiciliarità, ritenuta l’unica offerta in grado di rispettare la dignità della persona anziana, salvaguardandone ad un tempo la salute.

Nulla di nuovo, per altro: la critica alle istituzioni residenziali vanta una storia secolare, che l’emergenza pandemica ha solo acuito, offrendo il destro per accelerare le critiche, in un momento delicatissimo per la loro stessa esistenza.In realtà, l’ipotesi che il dispositivo stesso della RSA non sia utile alla comunità civile andrebbe messa al vaglio di un serio impianto di ricerca, volto a indagare se questa tipologia di organizzazione residenziale sia in ogni modo una soluzione deprecabile, oppure se per una particolare fascia di popolazione essa rappresenti un sostegno concreto per la più alta qualità di vita possibile.

In uno scenario non ideologico, ma concreto e realistico, la domanda non è più se la RSA debba esistere, ma per chi debba esistere, e come. Muovendosi all’interno di queste più ampie e costruttive questioni, la questione diventa: per quali anziani il sostegno più appropriato e sostenibile è la domiciliare? esiste una porzione della popolazione anziana che, per varie ragioni, non è bene che viva al proprio domicilio, e per la quale invece la soluzione residenziale rappresenta un concreto e possibile miglioramento della Qualità di Vita (oltre che di quella dei familiari)?
Se la risposta a quest’ultima domanda dovesse essere positiva, la seconda domanda diventerebbe la seguente: a quali condizioni organizzative (come) la RSA è in grado di sostenere la Qualità di Vita della persona anziana?

Il documento è utile a questa riflessione di prospettiva: Costruire il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia

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