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Savignano Irpino – Orti sociali, un progetto secondo natura

Savignano Irpino – Orti sociali, un progetto secondo natura

Partito nel 2019, è stato presentato domenica scorsa il progetto “Io coltivo – Porte aperte agli Orti sociali” che vede impegnate diverse realtà pubbliche e della società civile nell’intento di generare luoghi ed esperienze a favore di persone socialmente deboli o svantaggiate e a rischio di emarginazione.

Diversi i partners coinvolti nell’intrapresa, avviata su un’idea dell’associazione Imagine to Help in collaborazione con Slow Food Irpinia. Tra questi, il Centro “Don Orione” di Savignano Irpino, la cooperativa Charis e l’associazione Eleos. Tra i beneficiari del programma anche alcuni giovani in cura presso il Centro che attraverso questa iniziativa intende sperimentare nuove forme terapeutiche a beneficio dei suoi pazienti.

La manifestazione di inaugurazione che ha subito un lungo rinvio a causa dell’emergenza Covid-19 ha visto la partecipazione attenta di un nutrito gruppo di persone, logicamente nel numero consentito dalle circostanze dettate dalla pandemia. Il progetto insiste su un terreno messo a disposizione dall’Amministrazione comunale di Ariano Irpino, con la formula del comodato d’uso gratuito.

Il concetto di agricoltura sociale trova la sua realizzazione come laboratorio dove “fare comunità”, con la creazione di orti per condividere un’esperienza di agricoltura sostenibile, civica e sociale. In ciò, espressioni della società civile trovano un terreno comune dove recuperare assieme al territorio una dimensione umana più in equilibrio con l’ambiente e le sue risorse. Ma non solo, poiché tali esperienze si rivelano preziose forme di coesione sociale quando decidono di agire come luoghi di solidarietà coinvolgendo e integrando persone in condizioni di fragilità, altrimenti ai margini della società, per valorizzarne al meglio i saperi, le competenze e le abilità.

È questo il senso profondo del progetto “Io coltivo – Porte aperte agli Orti sociali”, un progetto quindi di forte valore etico che, partendo dal riconoscimento della dignità delle persone più svantaggiate a cui si offre un’opportunità di rivalutazione sociale, tende a ricreare un ambiente in cui le attività agricole restituiscano alla comunità del luogo spazi di vita sociale in cui ognuno possa esprimere la propria personalità.

E tuttavia, gli obiettivi del progetto si rivelano ancora più ampi se si considera che alla ricerca di costituire una comunità integrata in cui le diverse generazioni trovino un’alleanza nel promuovere una cultura solidale e inclusiva, si somma l’intento di promozione di percorsi di agricoltura sociale e valorizzazione del territorio attraverso il recupero di aree incolte e abbandonate. E, ancor più, se si pensa di incidere su altre realtà del mondo destinando una parte dei proventi derivanti dalle attività agricole, a progetti di cooperazione internazionale.

Un progetto quindi che accoglie diverse istanze e che allestisce le attività in un disegno organico a cui le diverse realtà coinvolte attingono nella realizzazione degli obiettivi. Come il Centro Don Orione, la cooperativa Charis e l’associazione Eleos che, in piena fedeltà alla loro mission ne accompagnano gli sviluppi, testimoniando con la loro attiva presenza l’impegno di promozione umana a beneficio di un mondo che chiede di essere liberato da paradigmi tecnocratici e consumisti in vista di un’esistenza più degna.

 

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