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Giornata Mondiale del Rifugiato – Come Gesù Cristo, costretti a fuggire

Giornata Mondiale del Rifugiato – Come Gesù Cristo, costretti a fuggire

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha scelto di celebrare la  Giornata Mondiale del Rifugiato il 20 giugno di ogni anno con la Risoluzione 55/76. Il documento è stato approvato il 4 dicembre 2000 in occasione del 50° anniversario della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati.

A Santa Maria in Trastevere la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato una veglia di preghiera per ricordare le 40.900 persone morte, dal 1990 a oggi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte dell’immigrazione verso l’Europa.

Alla manifestazione hanno partecipato anche molte organizzazioni tra cui Acli, Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione, Comunità Papa Giovanni XXIII.

Lo scorso 15 maggio Papa Francesco ha reso noto il messaggio per la 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 27 settembre 2020; è dedicato alla “tragica condizione” spesso “invisibile” degli sfollati interni.

Le paure e i pregiudizi, tanti pregiudizi, ci fanno mantenere le distanze dagli altri – ribadisce ancora il Pontefice nel video in calce – e spesso ci impediscono di “farci prossimi” a loro e di servirli con amore. ”

Il messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato si conclude con una preghiera suggerita dall’esempio di San Giuseppe, costretto a fuggire in Egitto per salvare il Bambino:

Padre, Tu hai affidato a San Giuseppe ciò che avevi di più prezioso: il Bambino Gesù e sua madre, per proteggerli dai pericoli e dalle minacce dei malvagi. Concedi anche a noi di sperimentare la sua protezione e il suo aiuto. Lui, che ha provato la sofferenza di chi fugge a causa dell’odio dei potenti, fa’ che possa confortare e proteggere tutti quei fratelli e quelle sorelle che, spinti dalle guerre, dalla povertà e dalle necessità, lasciano la loro casa e la loro terra per mettersi in cammino come profughi verso luoghi più sicuri.

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