skip to Main Content
Menù
Ut unum sint! Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Ut unum sint! Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Storia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

La preghiera per l’unità si deve all’iniziativa di due ministri anglicani: l’inglese Spencer Jones e l’americano Paul James Francis Wattson (1863-1940). Il Rev. Wattson è il fondatore, insieme a Francesca Lurana White, della “Society of Atonement”, una comunità religiosa episcopaliana osservante della regola francescana, che nell’anno 1909 passò al cattolicesimo. Nel 1908 Wattson propose l’idea di un ottavario, allo scopo di domandare a Dio “il ritorno di tutte le «altre pecore» all’ovile di Pietro, l’unico pastore”. Fu scelta la data dal 18 al 25 gennaio, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro (allora celebrata il 18 gennaio) e quella della conversione di san Paolo. Solo nel 1935 l’abate Paul-Irénée Couturier (1881-1953) superò la logica del «ritorno» dei fratelli separati e trasformò l’ottavario di preghiera nella “Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani”, con lo scopo di pregare per la realizzazione dell’unità” che Dio vorrà, con i mezzi che Egli vorrà, e nel modo che Egli vorrà”. Pertanto, si tratta di pregare non “per la conversione ad una chiesa, ma per una conversione a Cristo.

I sussidi per la settimana per l’unità dei Cristiani

Fin dal 1958, il materiale era stato preparato dalla Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio ecumenico delle Chiese, in collaborazione informale con il centro cattolico francese “Unité chrétienne” di Lione; mentre a partire dal 1966 i testi sono stati preparati congiuntamente da “Fede e Costituzione” (di cui fanno parte di diritto alcuni teologi cattolici), e dal Segretariato per l’unione dei Cristiani (ora Pontificio Consiglio).

Il tema ed i sussidi di quest’anno 2020

…Ci trattarono con gentilezza…”. (Atti 27, 2).
Il materiale della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani di quest’anno è stato preparato congiuntamente dalle Chiese cristiane di Malta e Gozo (due delle 21 isole che costituiscono l’arcipelago maltese) e si richiama al naufragio dell’apostolo Paolo nell’isola durante il viaggio verso Roma, dove i passeggeri in un momento particolarmente drammatico sperimentarono la Provvidenza di Dio (furono tutti salvi!) e la premurosa ospitalità degli isolani (“…Ci trattarono con gentilezza…”). Ogni anno, il 10 febbraio, i cristiani di Malta celebrano la Festa del Naufragio dell’apostolo Paolo, rendendo grazie a Dio per l’arrivo della fede cristiana nell’arcipelago.
Il tema è molto attuale:
1) Anche oggi è necessario abbandonarsi alla Provvidenza divina. Ciò significa da un lato che l’unità della Chiesa è soprattutto un dono da chiedere a Dio (prima che frutto dei nostri sforzi) e dall’altro che dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito nella ricerca dell’unità, vincendo egoismi, chiusure e pregiudizi atavici.
2) Chiaramente è un appello forte a non chiudere gli occhi di fronte alle tragedie dei migranti e ad impegnarci come cristiani d’Europa, affinché anche questi nostri fratelli, costretti a fuggire dai loro paesi, possano poter dire – come san Paolo e i naufraghi degli Atti degli Apostoli – “ci trattarono con gentilezza”.

Back To Top