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Seregno – Con Angelo e gli altri a spasso tra cultura, arte e qualità di vita

Seregno – Con Angelo e gli altri a spasso tra cultura, arte e qualità di vita

Anno nuovo significa anche idee nuove, nuovi stimoli, nuovi progetti. E così al Piccolo Cottolengo Don Orione di Seregno nascono i Gruppi Culturali.

Una serie di eventi presso centri di cultura e di interesse culturale, musei teatri. Esperienze arricchenti, di gruppo, autentiche, vive perché l’arte e la bellezza sono per tutti. Prima tappa di questa nuova avventura per la qualità di vita la Pinacoteca Ambrosiana e il Duomo di Milano.

Angelo la mattina dopo si è svegliato così: “per la prima volta sono riuscito ad addormentarmi sereno, con la testa leggera e felice. Mi sono messo nel letto, ho chiuso gli occhi e ho rivisto tutti i quadri più belli visti ieri. Ho fatto bellissimi sogni.”; così saluta tutti il giorno dopo l’esperienza culturale, mostrando una sensibilità e una consapevolezza uniche, autentiche e che a volte vengono oscurate per colpa della malattia, della disabilità. Ecco che si riaccende la fede, la fede nel fatto che la disabilità non è un limite alla vita, all’amore, al pensiero: la cultura, in questo senso, ridona fiducia, speranza e passione nel gruppo sia di pazienti sia di curanti.

Ma perché GRUPPI? Il termine gruppo può essere aspecifico e può riguardare cose differenti. L’idea che muove questa esperienza culturale è quella di fornire, attraverso il gruppo, strumenti di conoscenza di sé, e dell’Altro, della relazione con l’Altro, in modo profondo ed autonomo. Gruppo è anche poter attraversare gli aspetti difficili dello stare con altri e comprenderne il significato.

Ma perché CULTURALI? La cultura non ha confini, non ha limiti: davanti ad un quadro, ad un’opera d’arte, la bellezza e le emozioni sono di chiara lettura perché soggettive, ognuno proietta propri “pezzi di sé” e da lì riaffiorano i ricordi.

La valorizzazione della persona sta alla base del concetto di “sostegno e di cura dei contesti” che  al Piccolo Cottolengo di don Orione si vuole promuovere, anche attraverso una sfumatura delle barriere paziente/curante mediante la creazione di gruppi e progetti partecipati e vissuti da entrambi.

 

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