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Rapporto Istat 2018 – Il lavoro e le reti

Rapporto Istat 2018 – Il lavoro e le reti

Proseguendo nell’analisi del quadro emerso dall’ultimo Rapporto Istat 2018, nel presente articolo ci soffermeremo sulla relazione fra reti e lavoro. Le reti svolgono un ruolo fondamentale nella ricerca dell’occupazione. Ma c’è di più: la relazione fra reti e lavoro agisce in entrambi i sensi: da un lato essere occupato permette di avere una rete di sostegno più ampia, dall’altro le reti informali sono determinanti nella ricerca del lavoro. Per trovare occupazione, le persone si avvalgono di reti di intermediazione più o meno formali, utilizzando sia soggetti istituzionali (università, centri per l’impiego, altre agenzie di intermediazione) sia reti informali di parenti, amici e conoscenti.

Quasi il 90% degli intervistati dichiara di cercare lavoro attraverso reti informali. Ma molto raramente ci si ferma ad usare un unico canale di ricerca (solo nel 19,4% dei casi): il 50,3% sfrutta due canali di ricerca ed il 30,3% ne attiva tre. Il ricorso alle reti informali è più frequente fra le persone con titolo di studio basso, età elevata e residenti nel Sud Italia. Gli ex occupati (coloro che subito prima di cercare lavoro avevano un’occupazione) attivano una rete relazionale più vasta, attuando strategie di ricerca complesse e combinando azioni di ricerca formali col ricorso a contatti amicali/parentali.

Anche le imprese preferiscono usare canali di reclutamento informali: nel 2014 il 70% di esse (soprattutto quelle di piccole dimensioni) ha selezionato i candidati mediante canali informali (conoscenze personali del titolare, indicazione di amici e parenti, curriculum ricevuti).

Fra i laureati nel 2011 (età 20-34 anni) ed occupati nel 2015, il modo più efficace per trovare occupazione è stata l’inserzione o l’invio del proprio curriculum (32,8%). Il 24,3% dichiara di aver trovato lavoro con canali informali. Per determinate tipologie di studi (ingegneria e materie scientifiche) appare basilare la segnalazione dell’Università. Soffermandosi sotto l’aspetto qualitativo, il canale informale fa trovare occupazioni meno redditizie e poco appaganti, meno stabili e non coerenti col percorso di studi.

Fatte queste considerazioni, appare evidente l’importanza di Politiche attive del lavoro efficaci, anche per contrastare povertà ed esclusione sociale.

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