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Povertà educativa: reso noto il report febbraio 2018

Povertà educativa: reso noto il report febbraio 2018

Presenza sul territorio di asili nido e servizi all’infanzia, diffusione delle biblioteche nei Comuni, presenza di palestre scolastiche, sicurezza e raggiungibilità delle scuole. Sono questi i dati analizzati nel Report sulla Povertà Educativa di febbraio 2018, realizzato da Depp srl e Con i bambini – impresa sociale. L’indagine prende in esame i dati raccolti nei database di Istat, Miur, Mef, Abi etc.

Il primo aspetto analizzato dal Report è la potenziale utenza, ossia la presenza di bambini destinatari dei servizi in oggetto. Per ciò che concerne i servizi per l’infanzia, si registra una grande concentrazione di potenziali utenti (bambini fra 0 e 2 anni) in alcune aree del Centro-Sud.

Nel 2002, il Consiglio Europeo tenuto a Barcellona ha posto come obiettivo che in ogni Stato membro entro il 2010 almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni avesse a disposizione servizi socio-educativi per la prima infanzia. Da recenti dati nazionali, risulta che il nostro Paese sia ancora sotto tale soglia, fermandosi intorno alle media del 23%. Le differenze sul territorio sono evidenti: solo 4 regioni raggiungono l’obiettivo Ue (Valle d’Aosta, quasi al 40%, Umbria 37%, Emilia-Romagna 35%, Provincia autonoma di Trento 33%) e una è molto vicina (la Toscana). La situazione nel Mezzogiorno è molto al di sotto delle aspettative europee: tranne la Sardegna al 28%, quasi tutte le regioni si attestano intorno al 10%. In particolare la Campania, dove solo 6 bambini sotto i 3 anni su 100 hanno servizi di prima infanzia a disposizione.

A fronte di tanti potenziali utenti presenti al Sud, corrisponde un’altrettanta carenza di servizi. Una carenza non limitata, fra l’altro, alle sole aree montane e rurali ma estesa anche agli stessi comuni capoluogo, come Napoli, Bari, Palermo, Reggio Calabria, Messina e Catania. I mancati servizi nel Meridione non riguardano solo la prima infanzia, ma si estendono anche alle altre categorie analizzate nel Report: scuole non facilmente raggiungibili con mezzi pubblici, poche biblioteche, strutture scolastiche non adeguate al rischio sismico, poche palestre scolastiche.

Come detto, in Italia la maggior concentrazione di utenti dei servizi all’infanzia si manifesta al Sud. Tuttavia anche alcune realtà settentrionali presentano un grande numero di bimbi sotto i 3 anni: le Province Autonome di Trento e Bolzano, le zone del bresciano e del bergamasco, l’area reggiana. Con riferimento agli altri servizi analizzati particolarmente legati alla scolarizzazione del minore (biblioteche, palestre, raggiungibilità e sicurezza), l’indagine evidenzia una analoga presenza di minori 6-17 anni rispetto agli under3. Rispetto alla tipologia di comune analizzato, sono presenti più giovani (di entrambe le fasce di età) presso i comuni pianeggianti rispetto a quelli montani. I servizi per l’infanzia sono maggiormente presenti nei comuni in pianura e più urbanizzati e meno in quelli di montagna o rurali. Guardando alla ricchezza del Comune, ovviamente quelli più “dotati” economicamente offrono maggiori servizi per l’infanzia.

Passando alle biblioteche, che siano di proprietà privata, pubblica, comunale, statale o ecclesiastica, di larga fruizione o riservate a pochi utenti, il Report ne ha censito circa 13mila. Di queste, 5 mila sono categorizzabili come “biblioteche pubbliche”, a cui possono aggiungersi circa 1.300 biblioteche “importanti non specializzate” (comunali o parrocchiali). Tra le biblioteche censite, un ulteriore 5% è costituito da quelle scolastiche, ossia strutture in genere di proprietà statale (Miur), legate a licei, altri istituti superiori, scuole medie, elementari etc. Tali strutture, circa 600, non sono di grande interesse per l’analisi in questione. Maggiormente significativo invece il dato sulle 5.801 biblioteche pubbliche e sulle 1.333 “importanti non specializzate”.

Quali di queste sono accessibili ai minori nei vari territori nazionali?
In fondo alla classifica si pongono le biblioteche del Centro-Sud (Lazio, Campania, Sicilia e Puglia). Le città con più strutture in confronto al numero di utenti minori sono Venezia, Padova, Bologna e Modena.

In relazione ai comuni montani, sono le province di Belluno e di Torino a presentare la maggiore offerta potenziale, a seguire Bolzano e Salerno. Il rapporto più basso tra numero di biblioteche censite e popolazione 6-17 anni si trova nelle aree montane di Sondrio, Potenza, Trento e Perugia. Rispetto al grado di urbanizzazione, nei comuni più densamente popolati si riscontra un minore numero di biblioteche rispetto alla popolazione. E’ anche vero che i centri più urbanizzati offrono strutture più grandi ed attrezzate e dunque potenzialmente aperte ad un maggior numero di persone.

A livello regionale sono le due regioni più piccole, Valle d’Aosta e Molise, a mostrare il rapporto maggiore tra presenza di biblioteche e numero di minori sopra i 6 anni. Tra le regioni sopra i 3 milioni di abitante, il Piemonte è la in testa per presenza di biblioteche rispetto alla popolazione nella fascia d’età esaminata. L’ultimo posto in classifica è occupato dalla Puglia.

Con riferimento all’alfabetizzazione motoria del minore, il Report analizza la presenza di palestre scolastiche. Le regioni con maggior numero di scuole dotate di palestra sono: il Friuli Venezia Giulia, la Toscana, il Piemonte, il Lazio e l’Abruzzo. Le più carenti sono il Veneto e la Calabria.

Nel nostro Paese, la sicurezza scolastica è un tema ancora scottante. A livello nazionale circa il 73% degli istituti si trova in zone con qualche rischio sismico. Assodato ciò, il Report prende in esame la “vulnerabilità sismica” degli edifici scolastici”, ossia la propensione di una struttura a subire un danno di un determinato livello, a fronte di un evento sismico di una data intensità. Ad eccezione della Basilicata, in tutte le regioni la quota di alunni in scuole con almeno un edificio antisismico supera quella degli alunni in zone a rischio sismico elevato. Sulla base dei dati a disposizione, la situazione della Basilicata sembra quella col più alto numero di alunni in zone ad elevato grado di sismicità rispetto a quelli in scuole antisismiche.

Raggiungibilità delle scuole (trasporti pubblici o scuola-bus). Per quanto riguarda il trasporto con scuolabus, le regioni dove gli istituti offrono la maggiore raggiungibilità per gli studenti sono la Basilicata, le Marche e l’Abruzzo, mentre agli ultimi posti troviamo Lazio, Campania e Calabria. Rispetto al trasporto pubblico urbano, le regioni dove le scuole sono maggiormente raggiungibili dagli studenti sono Liguria, Basilicata e Abruzzo; con Sicilia, Campania e Calabria in fondo alla classifica. In fatto di trasporto pubblico interurbano, le scuole abruzzesi sono le migliori, seguite da quelle della Basilicata e del Piemonte, mentre agli ultimi posti troviamo Sicilia, Campania e Calabria.

Il Report costituisce uno strumento di spunto per far emergere le criticità presenti in Italia e suggerire azioni agli organi competenti per migliorare e sviluppare i servizi educativi in favore dei minori.

Clicca QUI per il report completo.

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