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Mestre – Alla scoperta di L’viv, terra di confine

Mestre – Alla scoperta di L’viv, terra di confine

Terra di confine: questo è il titolo dell’incontro organizzato presso l’Aula Magna dell’Istituto Berna con Don Moreno Cattelan, religioso orionino, che da 14 anni presta il suo servizio presso la Missione di L’viv, in Ucraina.

Dopo il saluto del Direttore dell’Istituto Don Stefano Bortolato e dell’Incaricato provinciale per le missioni, Don Felice Bruno, uno dei primi missionari in terra ucraina, con il supporto di immagini e di qualche video è cominciato il dialogo/intervista ad opera di Emanuela Casson, un’amica che da anni è presente alle iniziative missionarie orionine ed è parte attiva dell’Orione Musical Group.
Nel dialogo familiare Don Moreno, dopo qualche parola di presentazione personale, ha raccontato la nascita, lo sviluppo e le prospettive della missione in Ucraina.

E’ stato bello scoprire come, ancora una volta, l’Opera Don Orione è partita dalla periferia della città, dove è più facile incontrare chi vive nel bisogno.
I primi incontri con i bambini del quartiere “Topolna” si sono successivamente allargati alle loro famiglie, alle persone anziane, a tanti poveri che hanno trovato nella comunità orionina più di un segno della Provvidenza.
L’opera Don Orione, che ha piantato lì la prima “tenda” nel 2001, è infatti già riuscita a dare alla Comunità del quartiere una bella Chiesa parrocchiale, un oratorio sempre pieno di bambini, ragazzi, giovani famiglie, un importante servizio per i poveri della città e la singolare esperienza di “Casa Cafarnao” che accoglie ragazzi diversamente abili, seguiti ed accuditi, per gran parte della giornata dai religiosi stessi.
Uno dei giovani disabili, Bogdan, che l’ Orione Musical Group sostiene con una adozione a distanza, è un autentico artista. Pur essendo tetraplegico, dipinge con il piede destro dei veri e propri capolavori. Un suo quadro è stato recentemente fatto recapitare a Papa Francesco.
Qualche settimana fa, ha ricordato don Moreno, si è svolto il primo incontro con tutte le famiglie dei giovani disabili residenti a Casa Cafarnao e gli altri che partecipano al laboratorio occupazionale diurno. Un incontro veramente toccante e simpatico dove i nostri amici hanno potuto dimostrare non solo il proprio talento ma il grande amore e l’affetto che hanno per i  propri genitori.

Grazie all’ingegno e alla generosità di Mario Botta, architetto svizzero di fama internazionale, nel 2013 è stata completata la prima parte del “Centro Divina Provvidenza”, un’opera che comprende l’attuale monastero dedicato ai Santi Pietro e Andrea ed in futuro avrà anche la nuova chiesa parrocchiale e il centro polifunzionale (oratorio, laboratorio protetto e sala di fisioterapia per giovani diversamente abili, centro di ascolto e aiuto per i poveri).
La missione di L’viv ha tra i suoi scopi quello di “fare di questa periferia un centro e dare un centro alla periferia” che è “la città del futuro”.
Segni/progetti/desideri progressivamente prendono forma in questo tipo di missione, antico e nuovo, che l’attuale comunità religiosa si sente chiamata a realizzare attraverso “la bellezza come forma di evangelizzazione”.
Nel Monastero ora vi sono alcuni ragazzi ucraini in formazione; questo ovviamente è un bel segno per la Congregazione che sta pensando di poter piantare presto una nuova “tenda” a Kiev o in un altro luogo che la Provvidenza indicherà.  
Sarà comunque una “opera di carità” aperta a più bisogni, un aiuto e un sostegno per quella popolazione con particolare attenzione ai bambini, ai giovani, ai disabili, agli anziani e alle tante emergenze che la guerra, ancora in atto, sta facendo conoscere giorno dopo giorno.
Emanuela, pensando ai giovani ucraini in formazione ed allo sviluppo dell’Opera nei paesi dell’est, ha concluso l’incontro ricordando un momento della vita di don Orione quando nel 1929, vestendo l’abito clericale a 8 ragazzi armeni, secondo il loro rito, disse: “Questo trovarci qui con un numero di persone di rito diverso, ci dice quello che sarà un giorno la Congregazione, in cui vi saranno tutti i riti e tutte le razze. Il bello viene definito: unitas in varietate. In una sola Congregazione vedrete copti, greci, armeni e si diranno le messe in tutti i riti approvati dalla Chiesa e vi saranno tutte le razze”.

Il nostro fondatore era un santo ed è stato un profeta:  ora alcuni dei suoi figli stanno realizzando le sue parole portando il suo carisma ed il suo cuore senza confini in quelle terre, tra quella gente dove il modo di celebrare la messa e i riti sono diversi ma il messaggio della carità unisce e dà a tutti speranza per il futuro.

L’incontro si è concluso con una benedizione da parte di Don Moreno, don Felice ed i religiosi della Casa, tutti presenti a questo importante ed interessante appuntamento di informazione e formazione missionaria.

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