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Genova – Una storia di ordinaria accoglienza al Boschetto

Genova – Una storia di ordinaria accoglienza al Boschetto

La scorsa settimana, durante i lavori di un cantiere stradale è stata rotta una tubatura delle acque bianche con conseguente fuoriuscita copiosa di acqua. Sul posto per valutare gli allagamenti e intervenire sulla perdita erano al lavoro vigili urbani e tecnici.

In quel momento, proprio a Genova, si stava svolgendo il segretariato zonale delle opere di carità, un incontro periodico tra i responsabili delle opere di carità orionine. Argomento del giorno l’importanza di avere un piano strategico, di scrivere e documentare il Bilancio apostolico delle proprie realtà.  Se non si hanno le idee chiare sul futuro, molte attività anche buone e caritative rischiano di perdersi. Proprio per questo il Boschetto di Genova in questa fase deve ridurre i suoi ospiti per potersi  ristrutturare e  poter offrire un servizio migliore.

Non sempre la Provvidenza adotta i nostri schemi e metodi. Durante il tragitto in auto per rientrare a Milano, il responsabile del Boschetto riceve una telefonata: quasi in lacrime, un’assistente sociale del Comune di Genova dice che la famiglia H. ha la casa completamente allagata, i genitori sono allo stremo delle forze per aver sfondato la porta per poter salvare tre figlie che giocavano all’interno. L’acqua era già arrivata alla gola della più piccola.

Due telefonate, un’ inversione di marcia un po’ azzardata ed ecco tre bambine avvolte in una coperta in uno scenario di alluvione. La mamma che piange e le stringe a sè mentre il papà  cerca di recuperare qualcosa tra il fango. Ora sono al Boschetto, stanza 208.

Anche questo è il Boschetto: la libertà di saper leggere le parole di Don Orione nella quotidianità, avendo ben chiaro un progetto strategico, per poter evidenziare un bilancio apostolico in stretto contatto con il territorio, la politica, i più bisognosi.

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