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Il femminismo è una parte importantissima della questione sociale, errore non comprenderlo

Il femminismo è una parte importantissima della questione sociale, errore non comprenderlo

Nel 1920 San Luigi Orione scriveva, “il femminismo è una parte importantissima della questione sociale, errore non comprenderlo”, in occasione Festa della donna riemerge dagli archivi della Congregazione orionina uno scritto del Fondatore.

“Simile ad uno scolaro che lascia il collegio per andare in vacanza, dopo un lungo anno di reclusione, la donna si è trovata, dopo le più recenti invenzioni e specialmente durante questa lunga guerra, si è trovata lanciata in una vita di libertà, di movimento e anche di lavori che non aveva mai conosciuto. La donna sino a ieri era rinchiusa nello stretto cerchio della vita della famiglia, e quelle che ne uscivano erano un’eccezione”.

E’ questo l’incipit di uno scritto datato 1920 di san Luigi Orione sul femminismo cattolico, che ci è giunto sotto forma di una minuta di sei pagine, e che risale con ogni probabilità alla soglia degli anni Venti; doveva servire probabilmente per una conferenza o per un articolo e ci rivela la sua attenzione verso la questione femminile, considerata un aspetto fondamentale della più ampia questione sociale, che va affrontata con consapevolezza e realismo.

In occasione della Giornata internazionale delle donne riemerge, dunque, dagli archivi dell’Opera Don Orione uno scritto profetico del Fondatore.

“Oggi la donna – continua San Luigi Orione –  entra da per tutto. Le donne del popolo entrano nelle fabbriche, ove non si richiede che destrezza e intelligenza, essendo la forza muscolare rimpiazzata dalla forza motrice della macchina. Oggi poi una quantità di nuovi impieghi sono dati alle donne: le Scuole Elementari anche maschili e Superiori; sono date alle donne le Scuole Tecniche, i Ginnasi, i Licei, le Università sono aperte alle Professoresse; uffici di posta, di telefono, di telegrafo, esattorie, libri di conti, casse, tram elettrici, fattorine, ecc. tutti posti che avvezzano la donna a lavorare fuori di casa, a fare da sé, a entrare in competenza coll’uomo, ad essergli preferita; onde una nuova situazione sociale“.

Ancora Don Orione: “Dalla questione femminile la sua attenzione si sposta sul tema della famiglia, sui sintomi allarmanti di una sua crisi e sull’ideale della famiglia cristiana, riproposto come via di rigenerazione morale. La donna è divenuta la maggioranza in tutti i paesi, e le donne non maritate saranno domani in Italia, le più numerose. È cristiano, è caritatevole occuparsi del femminismo o meglio della famiglia cristiana. L’attacco contro questa fortezza sociale che è la famiglia cristiana, custodita e mantenuta dall’indissolubilità del matrimonio, ora latente ancora, vedete che domani diventerà furioso. Il femminismo è una parte ed importantissima della questione sociale, e il nostro torto, o cattolici, è quello di non averlo compreso subito. Fu grande errore“.

“Il giorno in cui la donna, – conclude Don Orione – liberata da tutto ciò che chiamiamo la sua schiavitù, madre a piacer suo, sposa senza marito, senza alcun dovere verso chicchessia, quel giorno la società crollerà più spaventosamente all’anarchia più che non abbia crollato la Russia al bolscevismo. Troppa poca gente ancora comprende la questione femminista. Confessiamolo francamente, noi cattolici abbiamo trattato il femminismo con una leggerezza deplorevole. Si vanno ancora oggi ripetendo dai più severi i vecchi scherzi di Molière, le spiritosaggini dei Gaudissarts. Ma noi qui vediamo che il ridicolo non ammazza nulla, e meno che meno il femminismo. Esso si è insinuato da per tutto, formando leghe e comitati, ispirando riviste e giornali, trattando tutte le questioni che interessano la donna”.

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