skip to Main Content
Menù
Genova – Giochiamo a pallone a Camaldoli

Genova – Giochiamo a pallone a Camaldoli

Quest’anno alla Festa del Villaggio un gruppetto di ragazzi servendo ai tavoli con simpatia ed entusiasmo hanno allietato il pranzo degli ospiti e delle loro famiglie… ma… Chi sono!?! Sono una ventina di giovani tra i 15 e i 18 anni che, da tre anni, si riuniscono due volte alla settimana, nel campetto “old style” in terra battuta di Camaldoli. Grazie all’impegno di Massimo, Marco e Walter, tre educatori della vicina Parrocchia di N.S. degli Angeli di Genova, e con la collaborazione del Villaggio della Carità, il vecchio campetto si è trasformato in uno spazio accogliente di amicizia, divertimento, confronto, rispetto reciproco per i giovani del quartiere e non (vengono ragazzi anche dai quartieri vicini), e la passione per lo sport si è resa veicolo trainante per avvicinare i ragazzi alla realtà del Piccolo Cottolengo di Don Orione. Insomma un piccolo oratorio! Scopo principale è giocare a calcio, come negli anni 80, quando ci si incontrava in piazzetta o all’oratorio, e bastava un pallone e tanto entusiasmo, per diventare campioni. L’incontro, in genere, ha inizio con una preghiera e un breve momento di confronto, mirato a “far venire a galla” problematiche individuali o di gruppo venutesi a creare sia dentro che fuori dal campo e poi… via a scaricarsi correndo dietro il pallone!!! Le regole da rispettare sono poche ma basilari: niente offese ai compagni, non si alzano le mani, si limitano i termini volgari (teniamo presente che sono ragazzi che vivono quotidianamente la strada). Tali gesti, se commessi, provocano allontanamento dal gioco, ma non dal campo, visto che il fine ultimo è quello di migliorarsi non solo sportivamente, ma soprattutto nell’atteggiamento e nell’animo. Così si cerca a fine partita di ragionare e di appianare eventuali arrabbiature attraverso il colloquio ed il confronto. Il prossimo passo di questo cammino è l’avvicinare i ragazzi agli Ospiti del Villaggio, non solo in occasioni speciali, ma anche nel condividere momenti di quotidianità, come una merenda prima dell’allenamento e creare, col tempo, un rapporto di familiarità e di “amicizia”.

 

Back To Top