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Chirignago – Identifichiamo il “cuore” del carisma di Don Orione

Chirignago – Identifichiamo il “cuore” del carisma di Don Orione

Quarto incontro del Corso di Formazione per volontari del Centro don Orione di Chirignago con la guida dell’Equipe Cura del volontariato.
La presenza di don Moreno Cattelan, in servizio presso la missione di L’viv in Ucraina, ha permesso di creare un “ponte” tra l’intervento del dottor Franchini del 17 novembre scorso quando aiutò a scoprire e a riflettere circa l’universalità dell’Opera don Orione per un servizio a 360° che raggiungesse chiunque avesse un bisogno e la relazione del Direttore Provinciale don Aurelio Fusi che aveva lo scopo di portare dentro al “cuore” del carisma di Don Orione.

Dopo la recita dei vespri che hanno dato inizio alla serata don Moreno ha raccontato con grandissima semplicità ed umiltà il percorso della nostra missione a L’viv, percorso non sempre facile, soprattutto agli inizi (2001) ma che progressivamente ha portato la nostra Comunità ad espandersi e ad aprirsi a largo raggio a favore dei parrocchiani, dei giovani (con la realizzazione di un oratorio… a L’viv, 700.000 abitanti c’è solo l’oratorio dei Salesiani oltre al nostro), dei ragazzi disabili (è stata aperta una comunità che ora accoglie sei giovani per i quali è partita da poco l’iniziativa del sostegno a distanza -Progetto Cafarnao-), di giovani in cammino con la presenza del monastero e di sette seminaristi… chiaro il messaggio poi tanto caro a don Orione dell’essere “ucraini con gli ucraini” e di vivere quindi la dimensione spirituale, la liturgia e quant’altro così come lo vive la chiesa greco-cattolica nella quale è inserita la nostra comunità. 

Dopo aver ringraziato la Madonna per il tanto bene che aiuta a fare la nostra Congregazione in ogni angolo del mondo è stata la volta dell’intervento di Don Aurelio.
Il percorso verso la vetta, l’apice del “cuore” del carisma, ha visto don Aurelio venire in aiuto per scoprire e approfondire davvero come il nostro Santo ha fatto sì che i doni dello Spirito ricevuti fossero “messi in gioco” per il bene della Chiesa e dell’umanità.

Don Aurelio ha dapprima fermato l’attenzione sulle FONDAMENTA sulle quali si è ben stabilizzato il Carisma fin dalle origini.
Ha preso come immagine quella del miele millefiori, che è l’insieme di un gran lavoro delle api e di più fiori, profumi, gusti.
Così è il carisma di don Orione, l’insieme “attinto” da cinque Santi italiani dei quali, in lui, si può cogliere quello che don Aurelio ha definito un “retrogusto”:
* in San Benedetto per quanto concerne la preghiera ed il servizio (Ora et Labora) ricordando i due rami contemplativi della Congregazione con i nostri eremiti (da Frate Ave Maria in poi) e le nostre Sacramentine cieche;
* in San Francesco per quanto riguarda la scelta della povertà non solo come voto ma proprio come stile di vita nella semplicità, nella condivisione, nella fraternità, nell’accoglienza, nello spirito di famiglia;
* in Santa Caterina da Siena per il grandissimo legame che aveva con il Papa (lottò aspramente per far sì che tornasse a Roma da Avignone) definito come “colui che è stato chiamato da Gesù e presiedere l’unità e la carità della Chiesa, centro unificatore di tutta la Chiesa così come lo è l’Eucarestia;
* in San Giuseppe Benedetto Cottolengo che aveva la sua struttura in Torino molto vicina a Valdocco dove don Orione studiava dai Salesiani. I disabili del Cottolengo furono i primi disabili che don Orione incontrò a 14-15 anni e da quel momento ebbe per loro sentimenti di grandissima compassione e di autentico amore;
* in San Giovanni Bosco che, nonostante quasi 60 anni di differenza di età, gli si rivelò come un amico e dal quale attinse la sua capacità di stare con i giovani, darsi ai giovani, vivere e morire per i giovani.

Don Aurelio poi si è fermato circa il CONTESTO preciso nel quale si è trovato a vivere don Orione mettendo a confronto i periodi storici diversi dei Santi a cui si ispirava.
Don Orione ha cominciato ad esercitare in un periodo molto difficile per una Chiesa che drammaticamente stava perdendo il suo popolo, che era lontana dalla società, che era imbevuta dalle teorie socialiste, soprattutto dagli scritti e dalle teorie di Marx.
Al centro c’era il lavoro prima dell’uomo, ciò che produceva l’uomo più che ciò che era.
Era un contesto che don Orione sperimentava anche in casa sua (papà Vittorio era considerato un “mangiapreti”).
Il nostro Santo entra nella storia della Chiesa e della Società affermando che da quel momento in poi sarebbe stata “La carità e solo la carità a salvare il mondo” ed apre il suo cuore a 360° perché per TUTTI nascesse e si esprimesse questa sua Congregazione.
Don Orione quindi prende su di sé i carismi di almeno cinque Santi italiani e dona a quei carismi e alla Chiesa un profumo nuovo, universale che è la nostra forza.
Non vuole specializzarsi in niente, essere “professionista” in niente ma essere a servizio di TUTTI. Il suo campo di servizio non sono i giovani o gli anziani o i disabili o le missioni ma il popolo, nella sua interezza, nella sua globalità, nella sua universalità.
Prende il popolo come soggetto centrale della vita della chiesa e della sua spiritualità.

Infine don Aurelio è arrivato al “cuore” del CARISMA partendo dal motto che don Orione fece suo usando le parole di San Paolo “Instaurare omnia in Christo” (che fu poi anche il moto del pontificato di Pio X), tradotto in “Ricapitolare, ricondurre ogni realtà a Cristo”.
Il carisma di don Orione è un carisma che non finirà mai, che non è legato ad una urgenza temporanea, che durerà fino alla fine dei tempi, fino a che esiste la Chiesa, che si rinnoverà al passo con i tempi.
Don Orione ha osato molto perché si è posto nella Chiesa chinandosi sui poveri, sugli ultimi, su TUTTI ripercorrendo le stesse dinamiche di Gesù, percorrendo il suo stesso sentiero “ricapitolando” tutti non con la cultura ma attraverso le Opere di carità, le più diverse a seconda dei tempi e dei luoghi, cambiando continuamente per andare davvero incontro alle necessità dei fratelli.
Attraverso l’Opera di carità riportare tutti a Cristo, alla Chiesa per formare e creare l’umanità dei redenti, dei salvati.
Non è partito da un esercito di collaboratori ma dai pochi che lo seguivano e desideravano aiutarlo. Come Gesù, che pur avendo molti che lo ammiravano cominciò il suo percorso con i soli 12 apostoli, così don Orione e la sua Congregazione.
Un uomo grande dal cuore senza confini, che non è uno slogan ma un programma di vita ben preciso.
“Chi entra nell’Opera e desidera servirla deve sapere fin dall’inizio che saremo sempre impari rispetto all’opera che saremo chiamati a realizzare, che la Divina provvidenza non ci farà mai mancare i suo aiuto e sostegno, ma ci sarà da sudare e faticare.”
Infine un pensiero riguardo al Papa, a colui che rappresenta Gesù Cristo e la sua Chiesa, una Chiesa che nonostante le sue fragilità bisogna amare, servire, aiutare ad esprimersi sempre perché il bene che fa sia più forte ed importante delle sue povertà.

Al termine dell’incontro la condivisione dei tanti appuntamenti di servizio delle prossime festività natalizie, ricco di appuntamenti molto attesi dai ragazzi.

Infine il bellissimo momento conviviale ha chiuso il primo ciclo di appuntamenti che riprenderà il prossimo 26 gennaio con il quinto incontro.

CHIRIGNAGO, 1 DICEMBRE 2015

Identifichiamo il “cuore” del carisma di don Orione

 

Quarto incontro del Corso di Formazione per volontari del Centro don Orione di Chirignago con la guida dell’Equipe Cura del volontariato.

La presenza di don Moreno Cattelan, in servizio presso la missione di L’viv in Ucraina, ha permesso di creare un “ponte” tra l’intervento del dottor Franchini del 17 novembre scorso quando aiutò a scoprire e a riflettere circa l’universalità dell’Opera don Orione per un servizio a 360° che raggiungesse chiunque avesse un bisogno e la relazione del Direttore Provinciale don Aurelio Fusi che aveva lo scopo di portare dentro al “cuore” del carisma di Don Orione.

 

Dopo la recita dei vespri che hanno dato inizio alla serata don Moreno ha raccontato con grandissima semplicità ed umiltà il percorso della nostra missione a L’viv, percorso non sempre facile, soprattutto agli inizi (2001) ma che progressivamente ha portato la nostra Comunità ad espandersi e ad aprirsi a largo raggio a favore dei parrocchiani, dei giovani (con la realizzazione di un oratorio… a L’viv, 700.000 abitanti c’è solo l’oratorio dei Salesiani oltre al nostro), dei ragazzi disabili (è stata aperta una comunità che ora accoglie sei giovani per i quali è partita da poco l’iniziativa del sostegno a distanza -Progetto Cafarnao-), di giovani in cammino con la presenza del monastero e di sette seminaristi… chiaro il messaggio poi tanto caro a don Orione dell’essere “ucraini con gli ucraini” e di vivere quindi la dimensione spirituale, la liturgia e quant’altro così come lo vive la chiesa greco-cattolica nella quale è inserita la nostra comunità. 

 

Dopo aver ringraziato la Madonna per il tanto bene che aiuta a fare la nostra Congregazione in ogni angolo del mondo è stata la volta dell’intervento di Don Aurelio.

Il percorso verso la vetta, l’apice del “cuore” del carisma, ha visto don Aurelio venire in aiuto per scoprire e approfondire davvero come il nostro Santo ha fatto sì che i doni dello Spirito ricevuti fossero “messi in gioco” per il bene della Chiesa e dell’umanità.

 

Don Aurelio ha dapprima fermato l’attenzione sulle FONDAMENTA sulle quali si è ben stabilizzato il Carisma fin dalle origini.

Ha preso come immagine quella del miele millefiori, che è l’insieme di un gran lavoro delle api e di più fiori, profumi, gusti.

Così è il carisma di don Orione, l’insieme “attinto” da cinque Santi italiani dei quali, in lui, si può cogliere quello che don Aurelio ha definito un “retrogusto”:

* in San Benedetto per quanto concerne la preghiera ed il servizio (Ora et Labora) ricordando i due rami contemplativi della Congregazione con i nostri eremiti (da Frate Ave Maria in poi) e le nostre Sacramentine cieche;

* in San Francesco per quanto riguarda la scelta della povertà non solo come voto ma proprio come stile di vita nella semplicità, nella condivisione, nella fraternità, nell’accoglienza, nello spirito di famiglia;

* in Santa Caterina da Siena per il grandissimo legame che aveva con il Papa (lottò aspramente per far sì che tornasse a Roma da Avignone) definito come “colui che è stato chiamato da Gesù e presiedere l’unità e la carità della Chiesa, centro unificatore di tutta la Chiesa così come lo è l’Eucarestia;

* in San Giuseppe Benedetto Cottolengo che aveva la sua struttura in Torino molto vicina a Valdocco dove don Orione studiava dai Salesiani. I disabili del Cottolengo furono i primi disabili che don Orione incontrò a 14-15 anni e da quel momento ebbe per loro sentimenti di grandissima compassione e di autentico amore;

* in San Giovanni Bosco che, nonostante quasi 60 anni di differenza di età, gli si rivelò come un amico e dal quale attinse la sua capacità di stare con i giovani, darsi ai giovani, vivere e morire per i giovani.

 

Don Aurelio poi si è fermato circa il CONTESTO preciso nel quale si è trovato a vivere don Orione mettendo a confronto i periodi storici diversi dei Santi a cui si ispirava.

Don Orione ha cominciato ad esercitare in un periodo molto difficile per una Chiesa che drammaticamente stava perdendo il suo popolo, che era lontana dalla società, che era imbevuta dalle teorie socialiste, soprattutto dagli scritti e dalle teorie di Marx.

Al centro c’era il lavoro prima dell’uomo, ciò che produceva l’uomo più che ciò che era.

Era un contesto che don Orione sperimentava anche in casa sua (papà Vittorio era considerato un “mangiapreti”).

Il nostro Santo entra nella storia della Chiesa e della Società affermando che da quel momento in poi sarebbe stata “La carità e solo la carità a salvare il mondo” ed apre il suo cuore a 360° perché per TUTTI nascesse e si esprimesse questa sua Congregazione.

Don Orione quindi prende su di sé i carismi di almeno cinque Santi italiani e dona a quei carismi e alla Chiesa un profumo nuovo, universale che è la nostra forza.

Non vuole specializzarsi in niente, essere “professionista” in niente ma essere a servizio di TUTTI. Il suo campo di servizio non sono i giovani o gli anziani o i disabili o le missioni ma il popolo, nella sua interezza, nella sua globalità, nella sua universalità.

Prende il popolo come soggetto centrale della vita della chiesa e della sua spiritualità.

 

Infine don Aurelio è arrivato al “cuore” del CARISMA partendo dal motto che don Orione fece suo usando le parole di San Paolo “Instaurare omnia in Christo” (che fu poi anche il moto del pontificato di Pio X), tradotto in “Ricapitolare, ricondurre ogni realtà a Cristo”.

Il carisma di don Orione è un carisma che non finirà mai, che non è legato ad una urgenza temporanea, che durerà fino alla fine dei tempi, fino a che esiste la Chiesa, che si rinnoverà al passo con i tempi.

Don Orione ha osato molto perché si è posto nella Chiesa chinandosi sui poveri, sugli ultimi, su TUTTI ripercorrendo le stesse dinamiche di Gesù, percorrendo il suo stesso sentiero “ricapitolando” tutti non con la cultura ma attraverso le Opere di carità, le più diverse a seconda dei tempi e dei luoghi, cambiando continuamente per andare davvero incontro alle necessità dei fratelli.

Attraverso l’Opera di carità riportare tutti a Cristo, alla Chiesa per formare e creare l’umanità dei redenti, dei salvati.

Non è partito da un esercito di collaboratori ma dai pochi che lo seguivano e desideravano aiutarlo. Come Gesù, che pur avendo molti che lo ammiravano cominciò il suo percorso con i soli 12 apostoli, così don Orione e la sua Congregazione.

Un uomo grande dal cuore senza confini, che non è uno slogan ma un programma di vita ben preciso.

“Chi entra nell’Opera e desidera servirla deve sapere fin dall’inizio che saremo sempre impari rispetto all’opera che saremo chiamati a realizzare, che la Divina provvidenza non ci farà mai mancare i suo aiuto e sostegno, ma ci sarà da sudare e faticare.”

Infine un pensiero riguardo al Papa, a colui che rappresenta Gesù Cristo e la sua Chiesa, una Chiesa che nonostante le sue fragilità bisogna amare, servire, aiutare ad esprimersi sempre perché il bene che fa sia più forte ed importante delle sue povertà.

 

Al termine dell’incontro la condivisione dei tanti appuntamenti di servizio delle prossime festività natalizie, ricco di appuntamenti molto attesi dai ragazzi.

 

Infine il bellissimo momento conviviale ha chiuso il primo ciclo di appuntamenti che riprenderà il prossimo 26 gennaio con il quinto incontro.

 

 

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