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Perché indire un Anno Santo Straordinario?

Perché indire un Anno Santo Straordinario?

L’8 dicembre 2015 avrà inizio il Giubileo straordinario della Misericordia che si concluderà il 20 novembre 2016.  Di questi tempi, urge riflettere profondamente sul concetto di Misericordia. È stato ribadito più volte che stiamo vivendo un forte momento di crisi politica, economica, culturale, spirituale, valoriale, generazionale; è stato ribadito che i giovani non hanno un futuro certo, che i “credenti” stanno smarrendo il cammino della retta via e che non esiste più la cooperazione, la solidarietà e la benevolenza tra gli uomini. In poche parole: “Tutto sembra andare storto”. Ciò non toglie che nel corso della storia non ci siano stati momenti di crisi, di cambiamento e di grandissima confusione. Attualmente, però, più che soffermarsi sul fatto che nulla è mai davvero cambiato, c’è bisogno di rimboccarsi le maniche per smentire questi scetticismi e per ripulire questo mondo da tutti gli orrori e da tutte le imperfezioni che gli uomini gli hanno inferto nel corso dei secoli.

“L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione. Questa festa liturgica indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio non ha voluto lasciare l’umanità sola e in balia del male. Per questo ha pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore (cfr Ef 1,4), perché diventasse la Madre del Redentore dell’uomo. Dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono. La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona. Nella festa dell’Immacolata Concezione avrò la gioia di aprire la Porta Santa. Sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza” spiega papa Francesco.

Il concetto di Misericordia è complesso, molto articolato, ma allo stesso tempo talmente semplice da correre il rischio di essere analizzato in modo banale. Tutti, in qualche modo, sanno dire qualcosa a riguardo: si può dire, per esempio, che la Misericordia di Dio è amore puro, che rappresenta una forma di purificazione e che si manifesta in opere caritatevoli e benevole nei confronti dei più bisognosi. In realtà, la Misericordia è prima di tutto introspezione, un’analisi accurata di se stessi, dei propri limiti, dei propri difetti e delle proprie qualità. La Misericordia di Dio non è un attimo da immortalare, ma un intero percorso che permetta ad ogni singola persona di distinguere tutto ciò che è buono e giusto da ciò che è assolutamente sbagliato, o per meglio dire, tutto ciò che definiamo come “peccato”. La Misericordia di Dio è sì amore, ma è prima di tutto accettazione: non si può amare ed essere amati se prima non si prende atto della propria imperfezione, di ciò che siamo nel nostro profondo e nel nostro intimo, se, insomma, non si prende atto dei propri peccati che altro non sono che errori commessi nel corso del tempo e che per giustificarli vengono classificati come “esperienze di vita”. A proposito di peccati: “Scagli la prima pietra chi è senza peccato”. Ecco ancora che la Misericordia prima di essere amore, è una forma di accettazione, di autentica “Mea Culpa”, ma in un’ottica positiva: scoprire di essere imperfetti, peccatori e pieni di difetti non è assolutamente un qualcosa di negativo. L’accettazione deve essere il primo passo per essere fiduciosi, per non perdere la speranza, per credere che Dio è al nostro fianco e che qualunque cosa accada, andrà sicuramente per il meglio. L’accettazione è felicità pura, è una scossa di adrenalina che scuote e che metaforicamente rende iperattivi, quasi fosse la nuova droga del secolo.
Ma quali sono i tanti aspetti della Misericordia di Dio? Per avere una visione a 360° della Misericordia di Dio, non si può non richiamare alla nostra attenzione il noto dipinto a olio di Michelangelo Merisi da Caravaggio, “Le sette opere di Misericordia”, conservato presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli. Questo non è un semplice dipinto del 1606 da dover prendere in considerazione per esaltare la grandezza del Caravaggio, ma come un espediente per scomporre il concetto di Misericordia in tutti quegli ambiti in cui si va a manifestare. Il dipinto si ispira ad un passo del Vangelo (Matteo 25), in cui Gesù rende note le opere di misericordia che possano permettere ai peccatori di ottenere il perdono dei propri peccati ed entrare nel Regno dei Cieli. La tradizione cattolica ne elenca due gruppi di sette:
Le opere spirituali
Le opere corporali
Tra le opere corporali ricordiamo: “Dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti”. Tra le opere spirituali, invece, si annoverano: “Consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti”.
 Le sette opere corporali sono quelle apparentemente più semplici, ma allo stesso sono quelle che vengono rispettate meno. Oggigiorno, non si ha più rispetto per chi non ha un pezzo di pane o per chi è in fin di vita: invece di prestare soccorso e di chiamare i soccorsi, si penserà a scrivere un nuovo stato su Facebook per far sapere a tutti, in tempo reale, di essere i protagonisti di un incidente. Non parliamo poi della visita agli infermi o ai carcerati: sembra più un obbligo che un voler essere solidali con persone che necessitano della nostra vicinanza.
Le sette opere spirituali, apparentemente semplici, permettono di analizzare in modo ancor più approfondito, le tante problematiche della società di oggi. Iniziamo la riflessione, pensando al concetto di ignoranza. Attualmente chi sono i veri ignoranti? Gli analfabeti o chi vive di materialismo, di soprusi e di feste mondane?  E i dubbiosi, invece, vengono davvero consigliati? Ci sono tanti giovani allo sbando, confusi e infelici perché non hanno qualcosa a cui aggrapparsi e non sanno su chi o su cosa fare affidamento. Loro da chi vengono veramente consigliati? Da chi li indirizza a percorrere la strada più breve per diventare ricchi e famosi?
Passiamo ora al concetto di perdono: perdonare le offese, ammonire i peccatori e sopportare le persone moleste sono vera utopia. La conferma ci viene data da tutti quei servizi che vengono trasmessi al telegiornale in cui si parla di omicidi colposi, in cui le madri uccidono i figli o in cui i parenti stretti mettono in crisi l’equilibrio familiare con azioni poco dignitose.  Il non aver la pazienza di sopportare e di andare oltre le piccole – grandi offese umane, sta portando l’umanità al baratro. In situazioni di questo genere, difficilmente si pregherà Dio affinché aiuti una persona diversa da noi
Eppure, si provi ad immaginare un mondo in cui le opere spirituali e corporali vengono messe in atto: immaginate un mondo in cui oltre a dar da bere a chi ne ha bisogno, è possibile essere assetati di conoscenza e avere modo di colmare questo bisogno; si immagini un mondo in cui si è talmente altruisti da pregare Iddio che la vita degli altri possa essere un continuo successo; un mondo in cui non si tenderà a considerare “ignudi” solo quegli immigrati che sbarcano in Italia per sfuggire alla guerra, ma tutte quelle persone che oltre di vestiti puliti, hanno bisogno di pulire la propria coscienza per i tanti errori commessi nel tempo e che, ora, sono finalmente pronte a rimboccarsi le maniche della propria nuova camicia per non smarrire più il cammino della retta via. Insomma, immaginiamo un mondo in cui non si giudica, ma in cui i peccatori vengono perdonati, in cui si ha rispetto per i morti, in cui la priorità viene data ai bisognosi e non ai social network o ai programmi televisivi; immaginiamo questo mondo utopico in cui le persone prendono coscienza che gli estremismi non giovano a nulla, in cui c’è bisogno di essere affamati di carità, di uguaglianza, e di sacrificio perché solo con le rinunce è possibile ottenere l’impossibile. Sarebbe bello se “Caino e Abele” fossero un ricordo lontano e che, quindi, si fosse disposti a sopportare pazientemente le persone moleste: “In quel caso, però, i telegiornali dovrebbero aggiornare in modo drastico la propria Agenda Setting”.

Le sette opere corporali e spirituali non sono, quindi, legate solo alla religione, benché facciano capo al concetto di Misericordia di Dio.
Credenti e non credenti, in un mondo in cui tutto sembra andare per il peggio, è giusto – come ci insegna il Manzoni ne I Promessi Sposi –  che non perdano mai la speranza, che non abbiano timore di nulla perché – sempre se ci si crede – “Dio vede e provvede”. Crisi, crisi ovunque, crisi da dover colmare: ecco perché è stato indetto un Anno Santo Straordinario; ecco perché siamo chiamati a meditare sul concetto di Misericordia.

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