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Dalle parole ai fatti, dal IV Convegno Apostolico ai gesti d’amore

Dalle parole ai fatti, dal IV Convegno Apostolico ai gesti d’amore

Dopo la giornata dedicata al cambiamento organizzato ed alla pianificazione strategica, guidata da Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale, oggi si è concluso il IV Convegno apostolico. I lavori di gruppo hanno approfondito le tematiche emerse ieri sulla rioganizzazione dei servizi alla persona, attraverso quattro parole chiave: abitare, alleare, riorientare e lavorare.

Il gruppo di lavoro “riorientare”, come ha riferito il suo portavoce Gaurenzio Fumarola, Roma, Monte Mario, ha inteso questo termine come un ritornare all’origine, un riscoprire l’oriente che ha generato la nostra storia; la crisi attuale, dunque, diventa non più momento di empasse, ma occasione di scelta per riappropriarsi della forte identità orionina che caratterizza le nostre realtà.
Alleare, dalle parole di Fulvio Percivale, Piccolo Cottolengo di Genova, è un grande bisogno attuale: stringere alleanze significa, prima di tutto, rimettere al centro la persona che curiamo, poi anche confrontarsi tra realtà diverse, ma accomunate dal nome di Don Orione, tra laici e religiosi, tra professioni differenti.
Inoltre, fare alleanze significa tenere aperte le porte delle nostre strutture, alle famiglie, al territorio. Ciascuno di noi è una tessere del puzzle e solo unendoci uno alla volta possiamo comporre il volto di Don Orione e Di Gesù.
Lavorare è il modo più completo per rispondere a molti, se non a tutti, i domini di Qualità di Vita, dice Angela Allegretta, Roma, Monte Mario. Il Lavoro non è in senso limitativo un modo per tenere occupato il disabile, ma uno strumento per insegnare a curare se stesso, la casa, l’ambiente e gli altri nel prendersi cura di loro, come avviene nel lavoro domestico; lavorare è anche produrre, per avere una gratificazione dalla retribuzione del lavoro stesso e dal ruolo individuale che esso definisce, per il singolo e per la società.
Chi abita le nostre strutture? E cosa abita? si è domandato l’ultimo gruppo di lavoro. Federica Propetto, del Piccolo Cottolengo di Santa Maria La Longa, Udine, ha sottolineato come spesso dimentichiamo chi sono i veri padroni di casa e ciò porti a spostare il baricentro sugli operatori piuttosto che sugli ospiti.
Johnny Dotti ha concluso ringraziando ed esortando i presenti ad essere responsabili dei desideri espressi nei gruppi, perché averli in testa e nel cuore è la condizione per realizzarli. Ha suggerito alcuni testi per continuare la riflessione: Mauro Magatti, Chiara Giaccardi, Generativi di tutto il mondo, unitevi!, Ed. Feltrinelli; Mauro Magatti, La grande contrazione, Ed. Feltrinelli; il link del sito www.generativita.it, da cui trarre testi e video.
Dopo Roberto Franchini e Fabrizio Farina, che hanno esortato a coniugare nel proprio lavoro gestire e sognare, Don Gianni Castignoli ha rilanciato con l’invito a credere in quello che facciamo, ricordando le parole di Don Roberto Simionato che esortava il passaggio dalle opere di carità alla carità delle opere.
Il Convegno è stato chiuso da Don Aurelio Fusi, il nuovo Provinciale, con parole toccanti e ispirate, come hanno sottolineato i lunghi applausi e qualche occhio inumidito al termine del suo intervento.
Don Aurelio ha richiamato la grande storia di cui siamo parte, un’opera di Dio che ha segnato la strada, iniziata da Don Orione ed ora affidata a religiosi e laici. “Il futuro che ci sta davanti è meraviglioso, perché è meraviglioso il carisma che Don Orione ci ha dato, instaurare omnia in Chiristo, fare di Cristo il cuore del mondo, realizzare una nuova umanità”. Per far questo occorre ripartire dai piccoli, come fece Don Orione, i più poveri sono il nostro fulcro e servendoli alla testa dei tempi, con fedeltà creativa al carisma possiamo contribuire alla nascita della nuova umanità, la vera rivoluzione di cui noi oggi, e il mondo, abbiamo bisogno.
“Se avessimo un cuore così premusoro e amorevole verso gli ultimi”, conclude Don Aurelio, “capace di avvicinarsi ai nostri poveri con un gesto semplice, una carezza, con le stesse parole di un padre che dice al figlio “amore mio”, avremmo risolto tutti i problemi che abbiamo affrontato in questi giorni di convegno”.
Il compito di passare dalle parole ai fatti passa ora nelle mani di ciascun partecipante, che ritorna carico di entusiamo e responsabilità a Milano, Genova, Roma, Reggio Calabria, Savignano Irpino, Firenze, Chirignago, Pescara, Seregno, Trebaseleghe, Bucarest, Fumo, Santa Maria La Longa, Tortona, Ercolano, Pontecurone, Sanremo, Fubine, Avezzano, Borgonovo e Magreta.

 

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