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Don Guanella e Don Orione nella cattedrale di Avezzano

Don Guanella e Don Orione nella cattedrale di Avezzano

Ieri 19 aprile, la Pro-loco di Avezzano ha organizzato una bella manifestazione in onore dei santi Luigi Guanella e Luigi Orione, ambedue presenti sulle macerie della Marsica, dopo il terremoto del 13 gennaio 1915. Le manifestazioni erano una parte del folto programma della città a ricordo del centenario del cataclisma che fece più di 30.000 vittime.

Il primo gesto è stato riservato ai caduti delle due Guerre mondiali con la deposizione di una corona floreale al Memorial dei caduti, dove emerge la scritta: “Quei pochi che il terremoto ha risparmiato, li abbiamo donati alla patria”. Il secondo momento si è svolto nella piazza davanti alla Cattedrale, dove la Fanfara della Polizia di Stato ha eseguito un concerto; il terzo momento, di carattere liturgico, è stato in Cattedrale con la benedizione delle due opere artistiche raffiguranti i due santi e la celebrazione della Messa. A rappresentare la Famiglia guanelliana vi era il Consigliere generale P. Gustavo De Bonis accompagnato da un confratello originario della Marsica, mentre per la Famiglia orionina erano presenti Don Aurelio Fusi e Don Oreste Maiolini. Don Romolo Mariani e Don Domenico Morini hanno rappresentato i confratelli di Avezzano.
P. Gustavo, dopo una breve introduzione, ha benedetto le immagini dei due santi, mentre Don Aurelio ha presieduto la Messa. Al termine della celebrazione, i due giovani artisti Pietro e Vanessa del liceo artistico cittadino hanno preso la parola per spiegare il significato delle loro opere e cioè il passaggio dalla morte che sfigura, alla vita che tutto rinnova.
Particolarmente forte è il quadro di Don Orione dove l’artista, volendo rappresentare la deturpazione del terremoto, ha reso indecifrabile metà del volto del santo, sfigurato dal dolore di quei giorni lontani. La seconda metà, invece, più decifrabile, simboleggia la speranza che, vincendo la sofferenza, dona un volto nuovo al mondo. La forza della vita è rappresentata dal bambino che Don Orione porta in braccio: un orfano, immagine dei tanti orfani salvati dal santo. Il fondo del dipinto è rosso, simbolo del sangue versato dalle vittime del terremoto e della forza dell’amore che Don Orione ha testimoniato nelle terre d’Abruzzo.
Senza dubbio l’ispirazione e il significato delle due opere sono forti e belli ma, con ogni probabilità, i due giovani artisti non sono stati aiutati a considerare che le raffigurazioni di santi, specie se posizionate in un luogo di culto, come la Cattedrale, non possono essere prive di pietas, cioè di quel sentimento religioso che suscita devozione, raccoglimento e preghiera. Un quadro religioso non può limitarsi ad impressionare artisticamente e psicologicamente, ma deve toccare i sentimenti dello spirito, per aiutare i fedeli a incontrare Dio.
Ora i santi Luigi Guanella e Luigi Orione hanno trovato una collocazione prestigiosa nella Cattedrale di Avezzano e di questo siamo grati alle autorità ecclesiastiche locali, agli artisti e agli organizzatori.

Don Aurelio Fusi

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