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La Piccola Opera della Divina Provvidenza

La Piccola Opera della Divina Provvidenza

Da uno scritto di Don Orione dell’aprile 1938

La Piccola Opera della Divina Provvidenza è un’umile Congregazione religiosa, moderna nei suoi uomini e nei suoi sistemi, tutta e solo consacrata al bene del popolo e dei figli del popolo, affidata alla Divina Provvidenza.

Nata, dunque, per i poveri, a raggiungere il suo scopo, essa pianta le sue tende nei centri operai, di preferenza nei rioni e sobborghi più poveri che sono ai margini delle grandi città industriali, e vive, piccola e povera, tra i piccoli e i poveri, fraternizzando con gli umili lavoratori, confortata dalla benedizione della chiesa, dal valido appoggio delle Autorità e da quanti sono spiriti aperti ai nuovi tempi e di cuor largo e generoso.
Al popolo essa va più che con la parola con l’esempio e l’olocausto d’una vita dì e notte immolata con Cristo all’amore e alla salvezza dei fratelli.
Pur vivendo un’unica fede, pur avendo un’anima e un cuor solo e unità di governo, sviluppa, per altro, attività molteplici secondo le svariate necessità degli umili ai quali va incontro, adattandosi per la carità di Cristo alle diverse esigenze etniche delle nazioni tra cui la mano di Dio la va trapiantando.
Essa non è, dunque, unilaterale, ma pur di arare Cristo e la sua civiltà negli strati più umili e più bisognosi della umanità, assume forme e metodi differenti, crea e alimenta diversità di istituzioni, valendosi nel suo apostolato di tutte le esperienze e dei suggerimenti che attinge dalle locali Autorità.
Suo anelito è la diffusione tra il popolo dell’Evangelo edell’amore al dolce Cristo in terra nonché d’uno spirito più vivo e più grande di fraterna carità, tra gli uomini, rivolto ad elevare religiosamente e socialmente le classi dei lavoratori, a salvare i diseredati da ideologie fatali, ad edificare ed unificare i popoli in Cristo. Suo campo è la carità, nulla esclude della verità e della giustizia, ma la verità e la giustizia fa nella carità.
La Piccola Opera vuole servire, e serve con l’amore: essa, Deo adiuvante, si propone di attuare praticamente le Opere della cristiana misericordia a sollievo morale e materiale dei miseri: – sua vita è amare, pregare, educare, patire, sacrificarsi con Cristo: suo privilegio è servire Cristo nei poveri più abbandonati e reietti.

Ha per grido il «Charitas Christi urget nos» di S. Paolo, e a programma il dantesco: «La nostra carità non serra porte». Essa accoglie e abbraccia tutti che hanno un dolore, ma che non hanno chi dia loro un pane, un tetto, un conforto: si fa tutta a tutti per tutti trarre a Cristo.
Ond’è che, sorta da un palpito vivificante di quell’amore che è sempre desto e sempre pronto a tutti i bisogni dei fratelli doloranti, questa piccola Opera della Divina Provvidenza vuol essere come una corrente di acque vive e benefiche che dirama i suoi canali ad irrigare e fecondare di Cristo gli strati più aridi e dimenticati. Essa è una pianta novella, sorta ai piedi della chiesa e nel giardino d’Italia, non per opera d’uomo, – ma di un soffio divino della bontà del Signore.

E, di anno in anno, va sviluppandosi, alla luce e al calore di Dio, e a conforto di migliaia e migliaia di corpi e di spiriti, pianta unica, con diversi e sempre più numerosi rami, vivificati tutti dall’unica stessa linfa, tutti rivolti al cielo, fiorenti di amore a Dio e agli uomini.
È questa forse la minima tra le Opere di fede e di caritàsgorgata dal cuore di Gesù, ma non vuol essere seconda a nessuna nel consumarsi d’amore a servizio della chiesa, della Patria e del povero popolo.
Tutto ci dice che solo Dio é che l’ha suscitata e che la va estendendo, malgrado la nostra miserabilità, attraverso prove quanto mai dolorose e pur per ignem et acquam, forse per dare aiuto di fede a noi uomini di poca fede.In un’epoca di positivismo, di terrene cupidigie e di danaro,essa si propone, col divino aiuto, di elevare i cuori e le menti a quel bene che non è terreno, e che solo può riempire e far pago di sé il cuore dell’uomo,modestamente cooperando, in umiltà grande e d’inginocchio ai piedi di Roma, con Roma e per Roma, – a mantenere fedele o a ricondurre il popolo alla chiesa e alla Patria, – a salvare i piccoli, gli umili, i più insidiati o più sofferenti fratelli in Cristo.

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