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Solennità del Corpo e Sangue di Cristo – Chiamati a essere pane

Solennità del Corpo e Sangue di Cristo – Chiamati a essere pane

La solennità del Corpo e Sangue di Cristo fu istituita a Orvieto da Papa Urbano IV, nel 1264.

La liturgia ci presenta il vangelo di Luca, con il brano della moltiplicazione dei pani: il giorno sta per finire, la gente deve tornare a casa perchè la zona è deserta e non ci sono possibilità di sfamare tutti. Ma Gesù dice ai discepoli di farli sedere e di dar loro da mangiare.

Ma come fare con solo cinque pani e due pesci?

Si scontrano la logia umana e la logica di Dio. I discepoli non capiscono che il “mangiare”, cioè il vivere, è legato al dare: solo il dono è possibilità di vita. I discepoli fanno i calcoli sulle proprie possibilità, non sanno ancora contare sul dono di Dio.

Il numero cinquemila esprime la sovrabbondanza del dono Dio: un pane che abbonda e che non va a male, che avanza per essere donato a tutti e per sempre.

Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Mane nobiscum Domine, ci ricorda che “entrare in comunione con Cristo nel memoriale della Pasqua, significa partecipare attivamente al sacrificio e alla risurrezione di Gesù, rendendo presente e attuale quel momento salvifico nella propria vita. Si tratta di un’esperienza di fede che va oltre il semplice ricordo, coinvolgendo il fedele in una profonda partecipazione alla vita del Risorto​”.

Accostarsi all’Eucarestia o sostare in adorazione davanti al Santissimo ci deve rendere persone eucaristiche, cioè uomini e donne che rendono grazie per questo immenso dono, che spezzano e distribuiscono con gioia il pane, dal pane materiale al pane del Vangelo.

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