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XXII Domenica del Tempo Ordinario – Una tavola aperta a tutti

XXII Domenica del Tempo Ordinario – Una tavola aperta a tutti

In questa domenica, il brano del Vangelo di Luca ci parla di invitati ad un banchetto.

Gesù ci mette in guardia dal protagonismo e dall’esibizionismo di chi cerca i primi posti. Le parole di Gesù rischiano di essere intese solo come un invito all’umiltà. “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Solo chi viene umiliato può essere realmente umile: guai invece a fingere umiltà in vista dell’esaltazione!

Semplicità, discrezione, disinteresse devono far parte dello stile di un uomo, di un cristiano, e solo così la festa potrà essere vissuta in modo autentico e non come una scena, un’occasione di apparire.

Poi Luca aggiunge un’altra esortazione di Gesù, non più sugli invitati, ma su chi invita a un pasto, a un banchetto: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché non si sentano costretti a ricambiare l’invito”.

Gesù invece ci avverte: il pranzo o la cena di festa sono tali solo quando sono offerti gratuitamente, senza attendersi un contraccambio. Per questo, soprattutto nella comunità cristiana, occorre apprestare la tavola invitando quelli che nessuno invita perché non possono ricambiare, anche quando invitarli non procura onore o decoro. Poveri, storpi, zoppi, ciechi, stranieri, bisognosi (tutte categorie di persone che al tempo di Gesù erano escluse dal tempio, ritenute indegne e colpite da ignominia) devono poter accedere alla nostra tavola; se ne sono esclusi, la nostra non è una tavola secondo il Vangelo.

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