La prima Giornata della vita consacrata fu celebrata il 2 febbraio 1997, su iniziativa di Papa Giovanni Paolo II.

In una lettera, il cardinale João Braz de Aviz e l’arcivescovo José Rodríguez Carballo – prefetto e segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apo stolica – per questa gironata, giunta alla sua venticinquesima edizione,  sottolineano l’importanza per il momento attuale dell’enciclica Fratelli tutti.

Consacrate e consacrati negli Istituti religiosi, monastici, contemplativi, negli istituti secolari e nei nuovi istituti, membri dell’Ordo virginum, eremiti, membri delle società di vita apostolica, a tutti voi chiediamo di mettere questa enciclica al centro della vostra vita, formazione e missione. D’ora in poi non possiamo prescindere da questa verità: siamo tutti fratelli e sorelle, come del resto preghiamo, forse non con tanta consapevolezza, nel Padre nostro, perché “senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possono essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità” (n. 272)“.

 

 

La vita consacrata annuncia e in certo modo anticipa il tempo futuro, quando, raggiunta la pienezza di quel Regno dei cieli che già ora è presente in germe e nel mistero, i figli della risurrezione non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli di Dio (cfr Mt 22, 30). In effetti, l’eccellenza della castità perfetta per il Regno, a buon diritto considerata la “porta” di tutta la vita consacrata, è oggetto del costante insegnamento della Chiesa».