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II Domenica di Avvento – Preparare e proclamare

II Domenica di Avvento – Preparare e proclamare

In questa domenica la Liturgia ci propone i primi versetti del Vangelo di Marco: il primo versetto è la chiave di lettura di tutta la narrazione marciana, “inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”.

Gesù è allo stesso tempo il messaggero della Buona Novella e la Buona Novella. Il Vangelo di Marco si apre con una professione di fede: Gesù è il Cristo, è Figlio di Dio. Anche la fine del Vangelo di Marco è una professione di fede, nelle parole del centurione romano che dice “Davvero costui era il Figlio di Dio”.

Come tradurre questo annuncio delle prime comunità cristiane nella nostra vita? Ci aiuta il personaggio del brano di oggi, Giovanni Battista, presentato con una citazione del profeta Malachia e una del profeta Isaia.

Ci aiutano nell’attualizzazione due verbi, preparare e proclamare.

Quando prepariamo un pranzo o un incontro prestiamo molta attenzione ai preparativi, ai dettagli: questo Natale saà sicuramente diverso a cuasa del Covid-19, ma è un tempo che non dobbiamo sprecare.

Forse faremo meno addobbi e luminarie,  ma ci preoccuperemo più della luce che viene dal cuore e dalla grotta di Betlemme, forse non faremo la lista dei regali da acquistare, ma faremo più doni di solidarietà e di condivisione, forse non prepareremo le valigie per un viaggio, ma metteremo nella valigia della vita le cose semplici, essenziali, indispensabili.

Giovanni proclamava un battesimo di conversione, proclamava la missione del Messia. Natale è un’opportunità per rinascere, per ritrovare la strada prendendo in mano il Vangelo e nutrendosi della Parola di Gesù, non di altre parole. Rinascere per scrostare dal cuore quanto ci rende astiosi, insoddisfatti, rinascere per rianimare una fede rimasta bambina, che non incide per niente nella vita.

Natale è un’occasione per proclamare, prima di tutto con la vita, che Gesù è veramente la Buona Notizia.

 

 

 

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