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XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Come essere comunità alla sequela del Crocifisso

XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Come essere comunità alla sequela del Crocifisso

Domenica scorsa abbiamo ascoltato il primo dei tre annunci della Passione, nel viaggio di Gesù verso Gerusalemme. Questi annunci servono a Gesù per spiegare ai discepoli il significato del suo essere messia: alla fine del viaggio non c’è nulla di trionfalistico, ma la croce.

Persino Pietro, nel vangelo della settimana scorsa, non accetta la logica della croce. Egli rappresenta il discepolo di tutti i tempi, che fatica a seguire il suo maestro quando dona tutto se stesso sulla croce, più facile seguirlo quando fa miracoli e dice cose belle.

Questa domenica la Liturgia ci presenta parte del capitolo 18: si tratta del quarto discorso con cui è strutturato il Vangelo di Matteo, il discorso comunitario, perché vengono date delle norme della comunità.

Non è casuale la sua collocazione all’interno degli annunci della Passione: Gesù sta salendo verso Gerusalemme, andando incontro al dono completo di sè. Il discorso comunitario vuole indicare ai discepoli come deve comportarsi una comunità che intende porsi alla sequela del crocifisso.

Il discorso comunitario è diviso in due parti che rispondono alle domande “chi è il più grande nel Regno dei Cieli?” e “quante volte devo perdonare al fratello che pecca contro di me?”.

Il brano di oggi segue la parabola della pecora smarrita: il tema è quello delicato della correzione fraterna. Gesù si mostra ancora una volta grande pedagogo, sa che non è per niente facile mettere in atto la correzione fraterna, suggerisce di provare in molti modi e se proprio non succede nulla pazienza, ci hai provato, ma sarà una sconfitta per tutti, soprattutto per chi mantiene il rancore.

La regola data da Cristo per la vita e la conduzione della comunità è quella di tenere presente la gradualità del procedere. Ognuno deve lasciarsi guidare dalla preoccupazione di salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello.

Il primato è dato, perciò, alla comunione. Deve essere salvata ad ogni costo, perché la comunione è tale solo se mette in opera ogni tentativo atto a convertire il peccatore.

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