skip to Main Content
Menù
In questa vita vince solo chi ama.

In questa vita vince solo chi ama.

In queste settimane di prova – nel senso biblico del termine – ci stanno lasciando, nascendo al Cielo, tanti sacerdoti orionini.

La foto di copertina ritrae Don Cirillo Longo, morto il 19 marzo, alle ore 23.30, nella nostra (e “sua“!) Casa di Bergamo e in qualche modo li rappresenta tutti. La foto è stata scattata poche ore prima della sua morte e testimonia il noto grande temperamento di Don Longo.

Ma questa foto dice al contempo qualcosa di più, dice a tutti qualcosa che va oltre il temperamento umano del singolo, divenendo un simbolo stesso sia del sacerdozio che del lavoro di tanti laici che in queste ore curano i nostri Ospiti.

La vita è un dono e va a sua volta donata.

Ecco il testamento di Don Longo e di tutti i sacerdoti e suore orionini morti in queste ore: Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Ecco il perché di quelle braccia che Don Longo alza in segno di vittoria. Ecco perché questo gesto che svela un cuore di fanciullo in un sacerdote quasi centenario è il simbolo del fondamento della nostra speranza, in queste ore di sofferenza e angoscia. Ecco perché è il simbolo della nostra vittoria.

San Paolo nella prima Lettera ai cristiani di Corinto dice (1 Corinzi 15, 55): «Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore».

Quante volte in riferimento alla morte di una persona malata sentiamo il commento “non ce l’ha fatta”, “è stato sconfitto dalla malattia”, ecc. Se ragioniamo in questo modo il mondo è popolato da 8 miliardi di sconfitti, perché se per sconfitti intendiamo il fatto che prima o poi moriremo, sconfitti lo saremo tutti. Non vince chi di fronte al coronavirus o ad una grave malattia o ad un incidente “l’ha scampata”.

In questa vita vince solo chi ama.

Davide Gandini

Back To Top