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Ottobre missionario – una testimonianza dalla Tanzania e le parole di Don Aurelio Fusi

Ottobre missionario – una testimonianza dalla Tanzania e le parole di Don Aurelio Fusi

Manca una settimana alla Giornata Missionaria Mondiale, coronamento del mese missionario.

In preparazione a questo momento di condivisione e di fraternità, proponiamo la testimonianza del Chierico Pedro Raimundo Batista Andrade, che ha vissuto un ‘esperienza missionaria nella diocesi di Tabora in Tanzania e in un video le parole del Padre Provinciale Don Aurelio Fusi.

Il direttore Generale della Piccola Opera della Divina Provvidenza Padre Tarcisio Vieira, insieme al suo consiglio, ci ha mandato in Tanzania per un’esperienza missionaria durante il periodo estivo nell’arcidiocesi di Tabora, regione centrale di Tanzania. Noi studenti a Roma, Padre Anthony – keniota, il diacono Josimar ed io Pedro, entrambi brasiliani, siamo rimasti lì per due mesi. Siamo stati ben accolti dall’Arcivescovo Paul Ruzoka, dai preti, religiosi e religiose e da tutta la gente con cui abbiamo avuto contatto.

In questo piccolo periodo siamo stati con il vescovo, abbiamo partecipato alle celebrazioni presiedute da lui e abbiamo condiviso con le suore di Madre Teresa e le suore Orionine e i poveri la nostra solidarietà nella carità. In realtà abbiamo più ricevuto che donato.

Pur essendo una realtà di molta povertà, di semplicità, la gente è molto accogliente, gioiosa, serena, rispettosa, portatrice di grande speranza e vivono intensamente la fede. Le loro celebrazioni domenicali pur essendo nelle cappelle più piccole e povere di campagna sono ben preparate, cantano e ballano con fervore e pietà. 

Alimentati dalla speranza e dalla gioia del vangelo ci siamo resi subito disponibili a servire i più poveri pur non conoscendo la loro lingua. La lingua dell’amore e del servizio evangelico ci faceva capire tutto. Abbiamo dato una mano alle Piccole Suore Missionarie della Carità di Don Orione che si trovano nella diocesi da febbraio scorso. Le nostre suore, mentre aspettano la loro destinazione definitiva, offrono un po’ di sollievo a delle persone molto bisognose in un insieme di casette (Kijiji cha Amani = Vilaggio della Pace), dentro la città di Tabora. Molte di queste persone sono lebbrosi, alcuni ciechi, anziani, e bambini. Sono persone veramente bisognose, scartate dalla società, spinte a vivere lì perché sono veramente povere, malate e/o anziani. E quindi con le nostre suore visitavamo queste persone alcuni giorni a settimana: pregavano, portavamo medicine, lenivamo le ferite, portavamo qualche provvidenza come cibo e vestiti per alcuni che non hanno nessuno per loto e che sono più dipendenti di assistenza, abbiamo fatto igienizzazione, disinfestazione di insetti, abbiamo aiutato in piccoli lavori manuali e pulizie. Ogni sabato pomeriggio, in una cappellina di fianco, pregavamo il rosario e in seguito si faceva una specie di oratorio festivo con i bambini e adolescenti.

Ci siamo pure dedicati al lavoro manuale nell’opera delle suore di Madre Teresa di Calcutta che accolgono bambini orfani, anziani e persone disabili. Oltre a visitare gli assistiti, giocare con i bambini, abbiamo anche collaborato con l’organizzazione, sistemazione e pulizie di vari ambienti, una volta che loro stavano ristrutturando alcuni ambienti della casa in vista del loro giubileo di 50 anni di presenza a Tabora (la prima casa della loro congregazione nella terra africana). 

Finito il nostro periodo missionario a Tabora, siamo passati per Nairobe in Kenia. Siamo rimasti lì per 15 giorni. Abbiamo fatto anche una bella esperienza di lavoro nel Centro Don Orione (Cottolengo) di Kandisi a Nairobi. Abbiamo aiutato ad assistere i professori e terapeuti nelle attività con i ragazzi. Oltre a questo abbiamo pure lavorato nell’orto insieme ai ragazzi. L’orto è anche un luogo per attività, terapie e apprendimento per i ragazzi più autonomi. L’orto infatti è molto grande e produce diversi tipi di verdure fornite al consumo del proprio Centro e una buona parte è anche venduta per il sostegno di alcuni bisogni del Centro. 

Dopo tutte queste esperienze in mezzo alla gente bisognosa posso dire che l’esperienza di essere presenti e svolgere dei lavori manuali sia nell’opera delle suore di Madre Tereza, che nel Villaggio della Pace con le nostre suore orionine, oltre che nostro rapporto con i diocesani e i religiosi, ci ha proprio colpito e arricchito. La nostra testimonianza di essere vicino alla gente bisognosa è stata molto soddisfacente e importante. La gente (specialmente quella povera e semplice e a volte non ben accolta nella società), si meravigliava per la nostra semplicità di essere con loro. La realtà di Tabora è molto semplice, povera, ma la gente è molto accogliente e trasmettono una fede vissuta con semplicità, sincerità, e con intensità.

Abbiamo percepito che lì ci sono tanti campi dove si può e si deve fare il bene ai poveri più poveri. L’esperienza vissuta in questo periodo ci ha fatto sentire più fortemente l’invito di don Orione di andare all’incontro ai poveri più poveri. 

Ringrazio Dio per avermi mandato a fare questa piccola esperienza missionaria. So che ho fatto molto poco in vista dei bisogni di quella gente, ma so che ho molto imparato da loro.

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