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Rom-sinti: associazione 21 luglio presenta rapporto 2017

Rom-sinti: associazione 21 luglio presenta rapporto 2017

In questi giorni, nel dibattito politico è tornato il tema dei rom: ma quali sono davvero i numeri e le caratteristiche della situazione in Italia?

Emergenza abitativa, Piano di inclusione, campi istituzionali e “campi tollerati”, discorsi d’odio e discriminazione. Sono questi i principali temi trattati nel Rapporto Rom Sinti 2017, presentato dall’Associazione 21 Luglio. Obiettivo dell’indagine focalizzare l’attenzione su quelle comunità Rom e Sinti che in Italia, a causa di politiche istituzionali che il rapporto definisce “discriminatorie”, vivono segregate nei cosidetti “campi rom”.

Dai dati raccolti risulta che sono circa ventiseimila le persone Rom e Sinti in condizioni di emergenza abitativa, costrette dunque a vivere in insediamenti formali e informali, centri di raccolta rom e micro insediamenti. Dati i disagi abitativi presenti in tali campi, molte famiglie (specie di etnia romena) hanno abbandonato il nostro Paese per muoversi in altre nazioni o ritornare nelle città di origine. Tuttavia, nonostante la lieve riduzione numerica e le diverse raccomandazioni di Ue e Enti Internazionali (e anche di associazioni a tutela dei diritti umani) sul nostro territorio permangono ancora 148 insediamenti formali in cui vivono circa 16.400 persone. Presso i campi informali ed i micro insediamenti, invece, abitano meno di diecimila rom, tutti cittadini comunitari.

Rispetto agli anni passati, il numero di campi è pressoché invariato. Il Rapporto evidenzia, infatti, che a fronte di qualche timido tentativo di “superamento dei campi” da parte di alcune Amministrazioni, dal 2012 ad oggi sono stati spesi 82 milioni di euro per mantenere il sistema. Ciò va in aperto contrasto con quanto sancito nella Strategia di Inclusione dei Rom e quindi con gli impegni presi dall’Italia davanti all’Ue.

A livello nazionale, la Capitale è ancora la città con più persone rom in emergenza abitativa (il 27% rispetto al dato italiano). Nella “mappa della vergogna”, come la definisce l’Associazione 21 Luglio, a Roma sono presenti 17 campi formali e 300 informali. Ma altre metropoli non stanno meglio, come ad esempio Torino e Napoli, ma ricordiamo anche le drammatiche situazioni di Giugliano e Foggia, dove sono presenti enormi campi rom in grave disagio socio-abitativo.

Una delle caratteristiche costanti della nostra società è l’atteggiamento di repulsione ed avversione. I media, la politica e l’opinione pubblica in generale sono concentrati ancora sulla “questione rom” e l’antigitanismo. I discorsi di odio sono la punta dell’icerberg di tale tendenza: nel 2017 l’Osservatorio 21 Luglio ha denunciato che i media diffondono hate speech ogni due giorni, ossia il 4% in più rispetto all’anno precedente. Sono 60 i casi segnalati solo a Roma. Parole offensive a cui non si sottraggono i rappresentanti politici e che richiedono la necessità di lavorare sul pensiero comune, il linguaggio della politica, i mezzi di comunicazione e gli atteggiamenti degli amministratori al fine di arginare la deriva morale e culturale della società.

Qui il rapporto integrale.

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