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Fano – Dove io e te siamo noi. Viaggio nei luoghi della relazione

Fano – Dove io e te siamo noi. Viaggio nei luoghi della relazione

Domenica 6 maggio presso l’auditorium Masetti dell’Opera di Fano si è tenuto il secondo incontro del ciclo “Dove io e te siamo noi. Viaggio nei luoghi della relazione”.
Al cospetto di un pubblico sempre più numeroso la professoressa Rosella Persi, docente di pedagogia all’università di Urbino, ha trattato l’argomento dal titolo “Tra le mura di casa: come vivere relazioni costruttive in famiglia”, chiarendo fin da subito di non essere interessata a fornire risposte facili e preconfezionate bensì a stimolare nell’uditorio spunti di riflessione e di indagine sulla famiglia, parola “magica” come l’ha definita don Giorgio, direttore dell’istituto, nella sua introduzione all’incontro, in quanto proprio lo spirito di famiglia ovvero l’accoglienza è stato il carisma precipuo del nostro don Orione.
Famiglia dunque, ha iniziato la relatrice, che costituisce la struttura fondamentale della nostra società, al cui interno vigono delle regole che proteggono i figli e permettono loro di crescere.
Ma una tale struttura risulta essere così complessa e variegata al punto che la studiosa ne ha individuato 6 tipologie, che sono nell’ordine: delegante, democratica-permissiva, autoritaria, intermittente, sacrificante, iperprotettiva.
Nella famiglia delegante i genitori affidano il proprio ruolo a qualcun altro (i nonni per esempio); così facendo però perdono la propria visibilità e non permettono ai figli di comprendere chi è il loro vero punto di riferimento.
Nel modello democratico-permissivo viene meno il rapporto asimmetrico adulto-bambino, in tal modo si verifica un’assenza di gerarchie: a fronte di un dialogo e di regole concordate manca una linea guida. La flessibilità rischia così di diventare arrendevolezza e i figli dei piccoli tiranni.
Quello autoritario si configura invece nell’esatto opposto: c’è solitamente un marito-padre detentore del potere che impedisce ogni dialogo. I figli allora o si ribellano e prima o poi se ne vanno o ripeteranno il modello a loro volta.
Nella famiglia intermittente si alternano comportamenti e modalità differenti. I genitori non riescono così a trasmettere un messaggio educativo coerente, risultando incapaci di tenere una posizione stabile.
In quella sacrificante i genitori si sacrificano appunto per i figli. Ma questo gesto, di per sé nobile, a lungo andare provoca disagio nel genitore e senso di colpa nel figlio, che si sente responsabile dei patimenti del primo.
L’ultimo modello è quello iperprotettivo, nel quale i genitori sono mossi dall’intenzione di proteggere i propri figli da tutto ciò che li circonda fino al punto da sostituirsi a loro; il loro motto è “non preoccuparti ci sono io”. Ma tale motto risulta deleterio nella misura in cui non viene consentito ai figli di sbagliare e di crescere imparando dai propri errori.
Giunti al termine di questa disanima quale è dunque la condotta migliore per padri e madri? A ben vedere, osserva la Persi, sia la posizione permissiva che quella autoritaria sono inefficaci ai fini di una corretta maturazione dei figli in grado di condurli all’indipendenza di sé.
Ciò che conta davvero, continua, è la relazione comunicativa, la quale deve essere asimmetrica in ragione della posizione di autorevolezza che un genitore deve tenere nei confronti di un figlio.
Tale posizione implica che il primo sappia ascoltare , ovvero decodificare in modo appropriato, le parole e i gesti del secondo. In una simile comunicazione, verbale e non verbale, il genitore deve inoltre saper trasmettere stima e fiducia al figlio, valorizzandolo e lasciandogli la responsabilità della sua crescita.
A conclusione del suo intervento la prof.ssa Persi ha sostenuto che non esiste un unico modello educativo famigliare, esiste bensì un unico obiettivo che è l’autonomia dei nostri ragazzi, per perseguire il quale è auspicabile una collaborazione fra tutti coloro che, da prospettive diverse, hanno a cuore la fondamentale dinamica relazionale genitori-figli.
Sono seguiti la proiezione del bel film di Paolo Virzì “Caterina va in città” pertinente al tema dei rapporti famigliari e l’aperitivo finale offerto a tutti i presenti dall’organizzazione e sempre ben gradito!

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