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Lettera di Natale Monsignor Andrea Gemma

Lettera di Natale Monsignor Andrea Gemma

Non mi sottraggo anche quest’anno alla soave consuetudine di rendermi particolarmente presente a voi fratelli ed amici con questo messaggio che prendendo spunto dalla solennità religiosa convoca tutti ad una partico-lare vicinanza di affetti e di vicendevole augurio a sentirci tutti un po’ più buoni, più generosi, più operosi nel bene. Inutile deprecare, ancora una volta, il sottile e coinvolgente travisamento di un fatto eminentemente reli-gioso che commemoriamo nella fede.
Sì, lasciamo che chi può goda di questa piccola o grande orchestrazione di consumi, di scambio di doni, di umili o ricche “confezioni da regalo”: anche questo può servire a rendere più accet-tabile la nostra vita la quale tanto spesso ci riserva amare sorprese e dolorose contingenze, ma non omettiamo di soffermarci non solo nelle solenni celebrazioni comunitarie, ma anche in qualche prezioso momento di intima contemplazione e di preghiera,magari davanti ad un bel presepio, allestito con amore, in casa e fuori.

Che cosa ci dice dunque questa festa tanto attesa e da sempre tanto celebrata?

Luci, festoni, vetrine doviziosamente allettanti: una festa di colori, di sapori, di profumi, accom-pagnata dai canti tradizionali che abbiamo imparato a cantare sin dai banchi di scuola.
Che cosa tutto questo ci dice?

Non deve tuttavia scemare anche per poco la grandiosità dell’annuncio evangelico che convo-ca i primi destinatari dell’annuncio – i pastori – : “Ecco, vi annunzio una grande gioia, oggi è nato per voi un Salvatore” ( Lc 2, 1 ss).

Sì, il nostro Dio è colui che salva; è colui che abbatte i muri di divisione, tutte le barriere del mondo, di indifferenza, di egoismi che segnano così frequentemente la nostra storia: è il Dio della pace. Di pace intima e profonda abbiamo tutti bisogno, Dio ce la offre col suo amore e la sua tenerezza, accogliamola e scambiamocela vicendevolmente in qualche modo: con una pa-rola magari rivolta dopo lunghi ingiustificati silenzi, con una stretta di mano cordiale, con una visita gradita, con un piccolo dono e, soprattutto con la preghiera.

La pace sia con voi, fratelli e amici, la pace che è amore affettuoso e fattivo sia con tutti noi, così il nostro natale. Con una affettuosa benedizione, dandoci tutti appuntamento intorno al-l’altare che è il vero grande presepio dove il Neonato di Betlemme è presente e ci chiama per offrirci in dono se stesso.

Buon natale, fratelli.

+ Andrea Gemma
Vescovo

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