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Reggio Calabria – Giubileo dell’ammalato in cattedrale

Reggio Calabria – Giubileo dell’ammalato in cattedrale

Sabato 12 febbraio, la Diocesi di Reggio-Bova ha celebrato il Giubileo dell’ammalato e del sofferente nella Cattedrale di Reggio Calabria. Quest’anno per la prima volta hanno preso parte all’evento gli ospiti della Casa di riposo Don Orione. La partecipazione dei Nonnini è stata voluta, oltre che dal parroco don Crucitti, anche dal nuovo responsabile della Casa di Riposo di Reggio Calabria Domenico Talladira, il quale coadiuvato da alcuni collaboratori, ha organizzato il trasferimento in Cattedrale. Importante è stato il contributo dei ragazzi della protezione Civile Le Pantere Verdi sezione Don Orione e i ragazzi del servizio civile operanti all’interno della casa.  
La prima parte della celebrazione è avvenuta all’esterno della Cattedrale con l’accoglienza da parte degli operatori dell’UNITALSI. In attesa dell’inizio della celebrazione, i Nonnini hanno parlato con il sacerdote Orinino, don Vittorio Quaranta viceparroco della parrocchia Santuario S. Antonio di Padova e direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Vita Consacrata. Don Vittorio ha anche spiegato il programma dell’evento: l’accoglienza dei sofferenti nella piazza antistante la Cattedrale, subito dopo, in processione si attraversa la Porta Santa entrando in Cattedrale, dove ci sarà la celebrazione dell’Eucarestia, l’unzione degli ammalati con il vescovo e i sacerdoti presenti.
Momento commovente quello della processione giubilare, durante il quale i Nonnini hanno attraversato la Porta Santa, aiutati dai ragazzi della Protezione civile e dai dipendenti della casa di riposo Don Orione, mediante le carrozzine ed altri a braccetto. La gioia traspariva dai loro volti, alcuni quasi increduli di vivere questa meravigliosa esperienza. Nell’omelia l’Arcivescovo Morosini ha ricordato, in un primo momento, il messaggio di Papa Francesco, affermando che Il mistero della sofferenza e della malattia, è profondo, difficile da capire e che questa è l’occasione per comprendere il senso della vita di chi è malato e di chi è sano. In seguito ha aggiunto “Tanti di voi sono sulle carrozzelle, bisognosi degli altri. Il malato è uguale al sano, fragile e creatura di Dio. La forza o la debolezza, non risiede nell’efficienza o nell’improduttività, solo se ci mettiamo accanto a chi è bisognoso e dipendente dagli altri, comprendiamo un po’ e ci accorgiamo che il battito del nostro cuore non dipende da noi ma dalla misericordia del Padre, solo da Lui. Dipendiamo in tutto dalla Provvidenza del Padre eterno. Vi chiedo che la sofferenza, di sani e malati, sia offerta a Cristo per la riparazione dei peccati. Offrite, fratelli e sorelle, tutto il dolore che avete nel cuore, dolore che non si sopporta, che fa gridare, disperare, dolore il cui grido raggiunge il cuore di Cristo. Offritelo a Cristo e la vostra sofferenza sarà più preziosa di ogni cosa, Gesù Cristo ci guarda e continua ad avere pietà e misericordia verso di noi”. Il vescovo e i sacerdoti hanno compiuto l’unzione degli infermi, a cui i Nonnini non si sono sottratti. Momento toccante anche per gli operatori; vedere i loro volti accoglienti l’unzione, è stato rileggere la loro storia, il progredire incessante della Vita.

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