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Ucraina – Festeggiamenti per ricordare i 10 anni di presenza orionina nel quartiere “Topolna”

Ucraina – Festeggiamenti per ricordare i 10 anni di presenza orionina nel quartiere “Topolna”

Raccontiamo questa bellissima ricorrenza con le parole scritteci da Don Moreno Cattelan:

Dieci anni fa giungemmo per la prima volta nel quartiere “Topolna” (che significa “dei pioppi”). Uno dei tanti quartieri “satellite” che abbracciano la città di L’viv. Costruito alla fine degli anni ottanta, con i suoi palazzoni tutti grigi, anonimi e alquanto “sgarrupati”, era uno degli ultimi retaggi di un regime totalitario (quello dell’URSS, discioltosi da lì a poco) che, anche per quanto riguardava l’architettura, non faceva differenze di stili. Non fu certo per lo stile architettonico, ma soprattutto perché “periferia esistenziale e non solo” -per dirla alla Papa Francesco –  che fu scelto come nostro “primo campo di lavoro.”
Una miriade di bambini giocavano per strada. Mancava la chiesa. Non c’era altro punto di aggregazione se non le “giostrine per bambini” piazzate in alcuni grossi agglomerati abitativi e il campo sportivo della scuola… Interpretammo il tutto come la conferma che era proprio qui il luogo più adatto per piantare la prima tenda orionina a L’viv. Detto, fatto. Era estate. Anno 2005. Decidemmo di organizzare un Grest, un centro estivo al quale demmo un nome felice e azzeccato: “Le Allegre Vacanze”. Con l’aiuto di qualche giovane animatore volontario demmo avvio alla iniziativa. Attirò più di 400 bambini e ragazzi. Si dovette fare un doppio turno perché i pochi locali che la scuola del quartiere (la n° 54) aveva messo a disposizione, come punto di raccolta per svolgere le varie attività, non erano sufficienti a contenere tutti. Terminata la bella esperienza, mentre erano in scena le “performance” delle varie squadre che avevano partecipato alle “Allegre Vacanze” un gruppo di mamme ci avvicinò lanciandoci una sfida: “Ora non lasciateci soli! Continuate ancora a prendervi cura dei nostri figli!”. Fu il loro grido di genitori. Lo accogliemmo come una benedizione. Altro non ci serviva per capire quel “segno dei tempi” e come dovevamo muoverci, pur tra le tante difficoltà di inizio missione. Son passati così dieci anni da quell’accorato appello e dalla successiva (era il 15 novembre) inaugurazione della prima “sede operativa” a L’viv: la nostra “Casa Madre”.  Allora consisteva in una piccola capellina, l’oratorio, i locali per la caritas e anche un dispensario di medicine ricavati nei locali al pian terreno di una palazzo in Via Selisns’ka. Tutto qui! Iniziammo la “missione” con entusiasmo un po’ di temerarietà ma affidando tutto a Don Orione e alla Santa Madonna.
Ogni anno abbiamo voluto ricordare questo umile inizio. Per certi versi anche eroico. Qualche volta solennemente, altre volte chiedendo una preghiera per “resistere” ai contraccolpi che fanno parte del sorgere di una nuova attività.  O solamente per confermare la nostra buona gente nella perseveranza. A metà dello scorso novembre abbiamo voluto festeggiare i 10 anni di presenza. Un compleanno particolare che ha coinvolto soprattutto l’oratorio con una serie di manifestazioni. Per una intera settimana si sono svolte varie attività ludico-ricreative alle quali hanno partecipato anche un gruppo di ragazzi della “Chiesa protestante del Settimo Giorno”. Altri momenti clou sono stati i giochi per le famiglie, l’incontro con gli animatori degli oratori presenti in città, la celebrazione di ringraziamento domenica 15 novembre.  Per tutto il tempo della manifestazione ha funzionato il mercatino di vestiti usati. Il ricavato è finito nella “cassa comune” istituita per dar la possibilità ad alcuni nostri giovani di partecipare, la prossima estate, alla “Giornata Mondiale della Gioventù” che si terrà a Cracovia, nella vicina Polonia. Alcuni pannelli con “foto storiche” hanno aiutato a ripercorrere questi primi dieci anni di attività. Ricordare serve per ripartire. Dopo i festeggiamenti, infatti, le attività giornaliere, ora ampliate e consolidate rispetto agli inizi, hanno ripreso il loro ritmo di lavoro e servizio per la popolazione, i ragazzi, i giovani, le famiglie, i disabili e i poveri del quartiere.
A penarci bene, ancora non ci par vero!  Questa bella storia di carità e solidarietà vissuta, nuova ed attuale, continua tutt’oggi nel nome della Divina Provvidenza.

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