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Le prime picconate per aprire la Porta Santa

Le prime picconate per aprire la Porta Santa

Nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 17 novembre, le prime picconate hanno colpito il muro che chiude la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Ha avuto infatti luogo alle 18.30 – informa un comunicato della Sala Stampa vaticana – la cerimonia della «Recognitio» della Porta Santa.  «Dopo una preghiera del cardinale arciprete Angelo Comastri, che ha guidato la processione del Capitolo della Basilica, e la monizione di un cerimoniere, quattro “sampietrini”  hanno forato a colpi di piccone il muro che sigilla la Porta Santa all’interno della Basilica, estraendo la cassetta metallica custodita dal momento della chiusura del Grande Giubileo dell’Anno duemila e contenente i “documenti” dell’ultimo Anno Santo, tra cui la chiave che consentirà di aprire la Porta santa, le maniglie, oltre alla pergamena del rogito, mattoni e medaglie commemorative».

Tutto questo materiale era stato sigillato all’interno del muro di mattoni costruito per sigillare la Porta Santa, chiusa l’ultima volta durante la festa dell’Epifania, il 6 gennaio 2001, a conclusione del Giubileo. «Dopo aver pregato all’altare della Confessione – si legge ancora nella nota vaticana – il corteo processionale ha raggiunto la Sala capitolare dove la cassetta metallica estratta dalla porta è stata aperta con la fiamma ossidrica. Oltre al Maestro delle cerimonie liturgiche del Santo Padre, monsignor Guido Marini, che ha “preso in consegna” i documenti e gli oggetti della Recognitio, era presente l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione».

Fino all’Anno Santo del 1975 il muro che chiude la Porta Santa, dopo essere stato opportunamente tagliato e sistemato su argani, veniva abbattuto e fatto scendere lentamente dopo i tre colpo di martello d’argento con il quale il Pontefice batteva sul muro dicendo: «Aperite mihi portas iustitiae… Haec porta Domini… Introibo in domum tuam, Domine». In quella occasione, nella notte di Natale 1974, accadde un piccolo incidente immortalato dalle telecamere: Paolo VI venne sfiorato da alcuni calcinacci caduti dalla cima del muro. Al momento della chiusura della Porta Santa la cerimonia venne da allora semplificata: il Papa non usava più la cazzuola, la calce e i mattoni per sigillare una porzione del muro, ma semplicemente chiudeva la Porta a chiave, lasciando interamente ai “sanpietrini” la costruzione del muro. Dopo il 1975 la Porta Santa, che fino ad allora era stata all’interno della Basilica, si è venuta a trovare all’esterno come la si può vedere oggi.

Anche nei due giubilei celebrati da Giovanni Paolo II – quello straordinario della Redenzione nel 1983 e quello ordinario dell’anno 2000 – la Porta Santa è stata aperta e chiusa senza la presenza del muro e dei mattoni.

Quella che Francesco aprirà l’8 dicembre non sarà però la prima Porta Santa giubilare attraversata dal Pontefice. È infatti in programma a Bangui, la capitale martoriata della Repubblica Centrafricana, un’apertura anticipata del Giubileo prevista per domenica 29 novembre

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