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In Gesù Cristo il nuovo umanesimo

In Gesù Cristo il nuovo umanesimo

Il fatto che i tempi siano cambiati e che la società di oggi presenti alcuni tratti “sui generis” è sicuramente un dato di fatto. Attualmente, le vie di comunicazione sono paradossalmente infinite, così come le opportunità che ogni persona ha per rendere la propria vita un qualcosa di eccezionale, cosa che in passato per molti poteva essere semplice utopia o lo slogan di qualche spot televisivo. Queste opportunità sono legate a quegli aspetti più tangibili che ognuno di noi conosce benissimo: viaggiare a basso costo grazie alle compagnie aeree low cost, studiare o lavorare all’estero e poter partecipare ad una miriade di eventi grazie all’ausilio delle nuove piattaforme online. Ciononostante le vere nuove opportunità sono altre. La bellezza della società attuale risiede nel fatto che tutti hanno la possibilità di esprimersi, di far sentire la propria voce e il proprio punto di vista ad una miriade di persone: si pensi alla “Primavera araba” e all’importanza cruciale che ha rivestito Twitter per diffondere notizie in tempo reale. Eppure, la rete non è solo questo: attraverso il web è possibile far emergere la propria creatività e far emergere nuovi aspetti di “condivisione” e di “cooperazione”. Stiamo parlando delle nuove forme di “citizen journalism” e di quel concetto che Pierre Lévy, grande sociologo francese, ha definito come: “Intelligenza collettiva”. A differenza del passato, gli individui hanno l’opportunità di reperire informazioni in tempi pressoché inesistenti, di analizzare gli eventi in ogni minimo aspetto e allo stesso tempo sentirsi in dovere di condividere il proprio sapere con gli altri. L’esempio più banale è quello dello spoiling. Questa pratica consiste nel reperire informazioni, nonché anticipazioni riguardo ad un determinato film, serie televisiva o programma televisivo, condividendole con altre persone. Ma perché mai una persona dovrebbe condividere informazioni, mettendole a disposizione di una comunità online? Proprio a questo riguardo, si potrebbe parlare di umanesimo digitale, di una nuova forma di fratellanza e di altruismo in cui si cerca di aiutare chi è povero di conoscenza e di informazioni. La bellezza del web risiede, quindi, in questa nuova visione di cooperazione in cui tutti possono sentirsi parte integrante di qualcosa. Tralasciando gli aspetti negativi e di tutte le insidie che sono nascoste negli ambienti digitali, il web 2.0.ha cambiato radicalmente la vita dei giovani, o per meglio dire, dei “Nativi digitali”. I giovani di oggi vengono considerati passivi, asociali e fin troppo presi dalle nuove tecnologie, ma è anche vero che se non fosse stato per l’ausilio di questi strumenti digitali non avrebbero mai sviluppato competenze che un tempo sarebbero state acquisite solo da pochi eletti. Tutti, ma in particolar modo i giovani di oggi, si ritrovano ad essere i protagonisti di una nuova cultura: la cultura dei “mash-up”, dei video di fan accaniti e degli ipertesti di blogger che condividono il loro sapere su piattaforme gratuite come wordpress.  Con un semplice computer e con una semplice videocamera è possibile diventare dei piccoli registi di tutto rispetto, facendo emergere gli aspetti più salienti della propria creatività. Oltre ad utilizzare il digitale per aspetti prettamente ludici, le nuove generazioni devono essere educate ad utilizzare questi nuovi strumenti in modo pratico e in modo critico, affinché le loro creazioni possano avere delle ripercussioni positive in ambiti anche prettamente sociali. Si pensi all’iniziativa che si sta portando avanti sul sito del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale:

“Trasformarsi in reporter di strada per catturare e raccontare storie di quotidiana eppure straordinaria umanità”. È questo l’invito che la redazione del sito di Firenze 2015 rivolge a chiunque s’imbatte ogni giorno in piccoli o grandi gesti di solidarietà e di attenzione verso gli altri, oppure in situazioni di difficoltà e criticità che in ogni caso faticano a guadagnarsi gli onori delle cronache. Il tema stesso del Convegno ecclesiale, in sintonia con le esortazioni di papa Francesco, chiede di dare visibilità a ciò che accade nelle tante «periferie esistenziali» dell’epoca contemporanea. Oggi più che mai i nuovi mezzi e le nuove forme della comunicazione – per esempio il cosiddetto citizen journalism («giornalismo partecipativo») – consentono di raccontare e condividere storie e testimonianze di prima mano attraverso l’uso dei dispositivi mobili e dei social network. Firenze 2015 raccoglie anche questa sfida, affidandosi in particolare alla sensibilità e alle competenze degli animatori della comunicazione e della cultura del corso Anicec, coinvolti in prima linea nella realizzazione di questo progetto di «citizen humanism». Tutti possono partecipare. È sufficiente realizzare con il proprio smartphone o tablet un video (della durata di 2-3 minuti) o un servizio fotografico e inviarlo alla redazione (redazione@firenze2015. it), oppure segnalarlo dopo averlo postato sulla propria bacheca Facebook o Twitter o caricato nel proprio canale YouTube. La redazione rilancerà tutti i video pervenuti sui canali digitali legati al sito www.firenze2015.it fino al prossimo autunno. I reportage più interessanti rientreranno in un mini-film che verrà presentato durante la settimana del Convegno”.

La Chiesa è sempre al passo con i tempi e il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015 ne è la conferma. Il nuovo umanesimo digitale è un dato di fatto, così come quella che è stata definita “rivoluzione culturale”. Essendo tanti i rischi e le problematiche che ruotano intorno al mondo del virtuale, del virale e delle nuove tecnologie, c’è bisogno di analizzare tutto nel minimo dettaglio, in modo propedeutico e pratico. I temi che verranno trattati durante il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale sono molteplici, affinché sia le vecchie generazioni sia le nuove prendano coscienza delle tante problematiche che la società di oggi vive quotidianamente. Si parlerà della famiglia, della disoccupazione, della scuola, mail perno centrale resterà Gesù Cristo e le nuove forme di evangelizzazione.   Bisognerà cogliere l’importanza di questa nuova cultura e di questi nuovi strumenti digitali, affinché possano essere utilizzati per concretizzare ciò che viene scritto nel vangelo e per far sì che “La carità possa salvare il mondo”, come ci insegna don Orione. Solo così questa nuova cultura potrà avere delle ripercussioni più che positive nei tanti ambiti della società di oggi. Per il momento è essenziale concentrarsi sull’analisi di ogni minimo aspetto, in modo tale da non tralasciar nulla.

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