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Santa Maria La Longa, Udine, Progetto il Fattore Umano

Santa Maria La Longa, Udine, Progetto il Fattore Umano

Progetto di umanizzazione della persona disabile attraverso il lavoro

Il tradizionale approccio alla presa in carico della persona disabile passa attraverso il concetto di riabilitazione, intesa come serie di interventi volti al ripristino delle funzioni lese, in un’ottica clinica ed asettica, priva di uno scenario antropologico di riferimento. Può capitare così che l’operatore metta a punto azioni tese al recupero di singole abilità (es. movimenti fino-motori), senza che tale abilità sia effettivamente esercitata in un contesto e per scopi umanamente sensati (es. preparare un pasto o coltivare un appezzamento di terra).
Il progetto “Il fattore umano” punta alla sperimentazione di una presa in carico integrata e globale della persona disabile (o comunque in disagio psicosociale), centrata non sulla singola abilità/capacità, ma sull’attivazione di ruoli sociali collegati al lavoro, con particolare riferimento all’attivazione di un’azienda agricola e su una serie di attività ad essa collegate.

Il progetto “Il fattore umano” si muove lungo quattro linee direttrici, così articolate:
–    commerciale
–    sociale
–    formativa
–    educativa e culturale.

Gli aspetti commerciali sono collegati alla attività agricola effettiva, che punta alla messa a frutto dei trenta ettari di proprietà della Provincia Religiosa san Marziano Opera don Orione, allo scopo di individuare nicchie di produzione in grado di valorizzare le caratteristiche tipiche del territorio friulano. In particolare, tra le numerose possibili linee produttive, si intende ripristinare la coltivazione dell’ulivo, che tanta parte ha avuto nella storia della Regione Friuli, ma anche attivare la semina e la vendita del radicchio goriziano e della soia da semina. Infine, trovandosi il terreno sul territorio del Comune di Santa Maria la Longa, si punta al potenziamento della fioritura della rosa di Santa Maria.

Gli aspetti sociali sono collegati all’accoglienza diurna (e potenzialmente anche residenziale, grazie alla presenza delle strutture alloggiate dell’Opera don Orione) di persone disabili e/o con disagio psicosociale, inviate da Comuni e Aziende Sanitarie, allo scopo di mettere a punto Progetti di Vita mirati al lavoro e all’inclusione sociale. In questo modo, il progetto “Il fattore umano” si connota come un’alternativa al concetto tradizionale di accoglienza diurna a carattere riabilitativo, dando la possibilità di sperimentare l’identità lavorativa, e al contempo, nel medesimo scenario, di recuperare o potenziare capacità e abilità personali.

Gli aspetti formativi sono collegati all’attivazione di corsi di formazione per tutti i cittadini adulti  e adulto/anziani del territorio, ai quali verranno concessi piccoli appezzamenti di terreno, e contemporaneamente verranno coinvolti in percorsi formativi diretti all’acquisizione delle capacità di gestire e mettere a frutto il lavoro agricolo. Tutto questo anche un’ottica di invecchiamento attivo, e dunque come prevenzione della demenza senile (la cui insorgenza è facilitata da vissuti depressivi sovente collegati all’inattività conseguente alla pensione).

Gli aspetti educativi e culturali sono collegati alla predisposizione di spazi zootecnici e botanici, nella cornice di un’esperienza di fattoria didattica, in grado di accogliere scolaresche del territorio a scopo di ampliamento dell’offerta curricolare, o anche di esperienze di alternanza scuola-lavoro.

Nel primo anno di avvio del progetto (start-up) il finanziamento della Fondazione Umanamente consente la sperimentazione delle varie filiere progettuali senza l’esigenza immediata di far quadrare i conti (operazione difficile, specie al primo anno, stante le finalità sociali, prima che commerciali, del progetto stesso, ed anche a fronte dei costi di investimento).

A regime (secondo anno) il progetto potrà autosostenersi mediante il concorso di diverse tipologie di profitti:
–    vendita dei prodotti, il cui ricavato, oltre a garantire la tenuta commerciale dell’azienda coinvolta (con gli oneri collegati ai propri professionisti), dovrà anche garantire il proseguo del progetto, con particolare riferimento all’acquisto delle materie prime;
–    quota per l’accoglienza diurna delle persone disabili e/o con disagio psichiatrico (come alternativa vantaggiosa ai costi normalmente sostenuti per la tradizionale accoglienza nei centri socio educativi); questa quota servirà a sostenere le spese collegate ai professionisti sociali dell’opera don Orione (educatori e coordinamento);
–    quota per i percorsi formativi rivolti agli adulti e adulto/anziani del territorio: questa tipologia di provento servirà a retribuire i professionisti della scuola partner di progetto.

Sia la quota sociale per l’accoglienza delle persone disabili e/o con disagio psichiatrico che la quota formativa per i corsisti adulti e adulto/anziani saranno comunque pari a zero durante il primo anno (grazie al contributo della Fondazione), mentre prima dell’attivazione del secondo anno il business-plan, aggiornato in base all’esperienza del primo anno, consentirà di comprendere quale sia la quota corretta in base ad esigenze di sostenibilità di regime progettuale.

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