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Chirignago – As the sea: dal Centro don Orione al set del primo film su affettività e disabilità

Chirignago – As the sea: dal Centro don Orione al set del primo film su affettività e disabilità

Dal Centro don Orione al set cinematografico: un ragazzo e una ragazza del Centro di Chirignago sono impegnati nelle riprese del cortometraggio intitolato As the sea. Il cortometraggio è scritto e diretto da Andrea Corazza e prodotto da Giorgia De Marchi e sarà girato tra il Centro Don Orione di Chirignago ed Eraclea Mare.

Il film rappresenta un punto di svolta nel panorama nazionale: è il primo progetto cinematografico in Italia che affronta il tema dell’affettività nella disabilità integrando nella narrazione delle persone con disabilità che vivino al Centro Don Orione. As the Sea è tratto da una storia vera, ispirata a esperienze affettive realmente osservate all’interno del Centro di Chirignago. A interpretarla saranno un ragazzo e una ragazza con sindrome di Down, chiamati a dare voce e corpo a una vicenda che esplora con coraggio e dolcezza il diritto all’amore, al desiderio e alla costruzione di relazioni significative.

Un tema ancora considerato tabù, ma centrale per la dignità e l’identità della persona con disabilità. Alla regia c’è Andrea Corazza, giovane autore veneto già premiato a livello internazionale, seguito da una troupe di giovani professionisti veneti.

Il progetto è patrocinato dalla Città Metropolitana di Venezia e dal Comune di Venezia, mentre ulteriori patrocini nazionali sono in fase di definizione. A sostenere la produzione c’è anche Fody, insieme a numerose aziende locali che hanno scelto di sostenere un’opera capace di generare consapevolezza e includere la comunità.

Il film nasce da un lungo lavoro condiviso con educatori, psicologi, famiglie e operatori del Centro Don Orione, seguendo il paradigma della Qualità di Vita che guida le azioni di tutta l’Opera Don Orione e  le linee guida del Ministero della Disabilità. As the Sea si propone di portare al centro del dibattito pubblico ciò che il cinema italiano non ha mai affrontato: la vita affettiva delle persone con disabilità, raccontata senza retorica, senza pietismo e con uno sguardo autentico e rispettoso.

L’opera sarà completata a fine gennaio 2026 e mira a un percorso festivaliero nazionale e internazionale nel campo del cinema sociale, dei diritti umani e dell’inclusione.

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