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Genova – Come a casa: una serata in famiglia alla Casa della Castagna

Genova – Come a casa: una serata in famiglia alla Casa della Castagna

Nella Casa della Castagna – una delle stelle della costellazione genovese del Piccolo Cottolengo – si è svolta una serata speciale, pensata all’insegna dello spirito di famiglia orionino. L’appuntamento ha visto la partecipazione numerosa delle famiglie degli ospiti della Casa, alle quali si sono gioiosamente uniti volontari, collaboratori e amici.

Riuniti nel grande salone del Teatro, Carlo Forcheri, Responsabile di Struttura, ha dato il benvenuto ricordando l’importanza di ritrovarsi insieme come comunità, in un’occasione per vivere la Casa ancora più da vicino, e conoscere l’Opera nella sua dimensione storica e valoriale.

Don Dorino Zordan, Direttore del Piccolo Cottolengo Genovese, ha poi accompagnato i presenti in un viaggio tra i momenti salienti della vita del fondatore San Luigi Orione – tra aneddoti divertenti e curiosità emozionanti – ripercorrendo la storia dell’Opera, della Casa, e i valori fondanti che ancora oggi costituiscono le fondamenta della Congregazione. “I Santi – ha ricordato Don Dorino – come Don Bosco, Benedetto Cottolengo e Don Orione avevano la capacità di vedere al di là e di riconoscere la presenza di Dio in ogni uomo, oltre il suo aspetto, la sua malattia, la sua fragilità, la sua miseria. Noi – ha continuato il Direttore – dobbiamo prendere esempio da loro. Chi lavora qui alla Castagna e nelle altre Case orionine ha la responsabilità di rendere presenti gli insegnamenti, lo stile, i valori di Don Orione, lavorando con lui piuttosto che per lui”.

In un emozionante video, Ciro e Nino, due storici ospiti della Casa, hanno condiviso la loro testimonianza raccontando come ai loro occhi la Castagna sia cambiata e si sia evoluta nel corso degli anni. Dagli animali in cortile all’ampliamento della strada, dai nuovi terrazzi pieni d fiori e piante alla posa della Madonnina.

A seguire, Rosella Giusto, Direttore Sanitario, ha ringraziato i presenti a nome di tutta l’équipe, facendo sue le parole di un Collaboratore fisioterapista: “La visita di voi famigliari è il momento più bello della giornata per chi vive qui – recitava il messaggio – e lo è anche per noi che con il nostro fare cerchiamo di garantire ai vostri cari la migliore qualità di vita”. La Dott.ssa Giusto ha poi condiviso il desiderio che “la presenza di voi famigliari qui oggi e tutti i giorni possa aiutarci a trasferire anche all’esterno i valori che si respirano a Castagna e nelle Case di Don Orione”.

La festa è proseguita in convivialità con una cena preparata e servita dai ragazzi del Ristorante Luna Blu, che hanno deliziato i presenti con trofie al pesto e altri piatti della tradizione. Quella legata alla ristorazione inclusiva di qualità è una delle iniziative promosse dalla Cooperativa Sociale I Ragazzi della Luna, nata nel 2015 a La Spezia per offrire percorsi lavorativi a persone con disturbi dello spettro autistico. “L’inclusione – ha ricordato il Presidente Alberto Brunetti – è fondamentale: lo dico in primis da genitore, poi da addetto ai lavori. L’idea del ristorante è nata quando abbiamo capito che alcuni dei nostri ragazzi potevano svolgere in cucina alcuni compiti sequenziali in autonomia. Siamo partiti dalla gestione delle stoviglie in sala e, passando dalla pulizia di un chilo di cozze e dalla preparazione delle crocchette di patate, siamo arrivati a dei veri e propri percorsi occupazionali. Oggi – ha annunciato ai presenti in sala Brunetti – abbiamo anche un pastificio e collaboriamo con la grande distribuzione, perché inclusione può e deve essere anche qualità”.

Lorenzo, Pietro, Michele e Luca hanno preso possesso della cucina e della sala, gestendo con entusiasmo e professionalità più di 80 coperti con grande soddisfazione e apprezzamento dei commensali.

La serata si è chiusa in un clima di calore e condivisione, cuori e pance pieni. Nella semplicità dei gesti, tra un piatto di trofie, un sorriso e una stretta di mano, è risuonato lo spirito di Don Orione che voleva che le sue Case fossero vive di amicizia e di fede, luoghi in cui ogni persona possa sentirsi accolta, amata, riconosciuta, proprio come a casa.

 

 

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