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Milano – Storia di una grande famiglia

Milano – Storia di una grande famiglia

La famiglia orionina del Piccolo Cottolengo Milanese ha festeggiato i suoi primi 90 anni: 90 anni del Piccolo Cottolengo Milanese di Don Orione, 70 anni della Parrocchia San Benedetto, 60 anni della Casa del Giovane Lavoratore

Sono tre tappe degli sviluppi dell’Opera di Don Orione a Milano, sempre in evoluzione. L’ultima nata è la “Casa Betania” dedicata alle giovani donne.

Nell’Ecoteatro è intervenuto anche l’arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini. “Questa opera è nata dalla fiducia, determinazione, intuizione dei santi, quella di don Orione e del Cardinal Schuster, dei sacerdoti di Don Orione e anche degli ospitiha detto nel suo breve intervento – Ricordiamo questa fiducia di Don Orione, la sua santità, e cerchiamo di fare anche noi del bene confidando che Dio è nostro alleato“.

Nella festa, ha fatto gli onori di casa don Pierangelo Ondei, attuale direttore. Erano presenti anche il vicario provinciale Don Gianni Giarolo e l’economo provinciale Don Alessandro D’Acunto.

Ci sono stati contributi e testimonianze delle varie attività, i canti del “Coro delle stelle” e anche un brano del rapper Davì sul tema della fragilità.

Don Flavio Peloso, storico e postulatore generale dell’Opera Don Orione, ha ripercorso la storia del Piccolo Cottolengo, sfolgiando insieme ai partecipanti l’album di famiglia, presentando brevi video, foto e notizie degli inizi del Piccolo Cottolengo Milanese.

Don Flavio ha ricordato anche   le  tre caratteristiche dell’originaria e originale impostazione data da Don Orione a quest’opera.

1. Lo chiamò subito Piccolo Cottolengo “Milanese”, aggettivo qualificativo di quest’opera, nel senso che sorse per l’interessamento e amore fattivo di tanti amici e benefattori milanesi e volle che Milano lo sentisse come un’opera sua, legata al tessuto sociale ed ecclesiale della Città.

2. Diede al Piccolo Cottolengo Milanese un’impostazione “missionaria”, cioè una funzione civile e religiosa verso la Città: “Non solo una semplice opera di assistenza ai bimbi, ai malati, ai vecchi cadenti, agli inabili al lavoro etc. – scrisse Don Orione – ma il centro da cui partire per assistere tutti quelli che avranno bisogno di un aiuto materiale e di un conforto spirituale, per non perdere la fede in Dio e negli uomini”.

3. Il Piccolo Cottolengo Milanese, come anche il Piccolo Cottolengo Argentino, fu da Don Orione ideato e impostato secondo i propri criteri ispirativi, in dialogo personale con gli architetti che li hanno progettati e realizzati. Il Piccolo Cottolengo Argentino fu da Don Orione disposto come “villaggio della carità”, in ampi spazi, tra il verde. Il Piccolo Cottolengo Milanese fu concepito con forma di un grande “monastero della carità”, dove, come negli antichi e grandi monasteri che salvarono la fede e la civiltà dell’Europa nei “secoli bui”, si svolgevano varie attività di culto, di educazione e di assistenza ai poveri.

Il Piccolo Cottolengo esprime le opere della triade carismatica dell’apostolato. Non comprende solo la parte destinata all’assistenza dei malati, di persone con gravi limiti e di anziani, ma anche la Parrocchia, la Casa del Giovane e la Scuola materna, il teatro… fino all’ultima nata, Casa Betania.

Tutto è parte dell’unico Piccolo Cottolengo Milanese che intende essere “faro di fede e di civiltà” con la sua esperienza quotidiana di umanesimo cristiano fondato sulla legge della fraternità e della carità.

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