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Segretariato delle Opere di Carità – Visita alla Fondazione Sospiro

Segretariato delle Opere di Carità – Visita alla Fondazione Sospiro

Il Segretariato nazionale delle Opere di Carità si è riunito a Sospiro, in provincia di Cremona. Dopo la visita di settembre alla Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus di Padova, proseguono le visite a realtà di eccellenza del settore socio-sanitario. Tali realtà sono state selezionate in base a caratteristiche simili a quelle dell’opera Don Orione: lunga tradizione nel territorio, grandi dimensioni,  centralità della persona.

L’incontro si è svolto presso la Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro Onlus, una realtà che offre servizi socio-sanitari residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali a circa 700 persone, tra anziani e disabili. La Fondazione è un centro di eccellenza per il trattamento della disabilità intellettiva ed autismo in età adulta e in età evolutiva.

I membri del segretariato hanno dialogato con il dott. Serafino Corti, direttore del Dipartimento delle Disabilità e membro del gruppo di esperti dell’Ufficio per la Pastorale delle persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana. Il dott. Corti è anche attivamente coinvolto nella stesura dei decreti in applicazione della Legge quadro sulla disabilità.

Serafino Corti ha proposto una riflessione sulle critiche che le nostre organizzazioni stanno ricevendo, sull’onda della cosiddetta “deistituzionalizzazione”. Di fronte a queste critiche ci sono tre possibili atteggiamenti. Il primo è un’aggressività attiva, che porta a criticare chi ci critica, il secondo è un’aggressività passiva, che rende immobili, e l’ultimo è una ricerca costruttiva dentro alle critiche e a ciò che ci circonda di stimoli al miglioramento continuo per la qualità di vita della Persona con disabilità.

Le domande attorno a cui La Fondazione Sospiro costruisce i servizi alla persona con disabilità sono:

– che cosa fare? Ampia differenziazione dei servizi nell’ambito di una pianificazione strategica che cerca di rispondere a diversi bisogni.

– come fare? Il modello di riferimento è il paradigma della Qualità di Vita.

– con chi farlo? Progettare i modelli organizzativi che mettano al centro la persona con disabilità, con una valorizzazione del ruolo chiave del coordinatore.

 

 

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