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Ucraina – Con i nostri missionari, preghiamo per la pace

Ucraina – Con i nostri missionari, preghiamo per la pace

Don Moreno Cattelan, missionario orionino a Kiev, ha inviato una breve nota sulla situazione attuale in Ucraina, da cui provengono notizie allarmanti che creano un clima di allerta e preoccupazione.

Leggiamo le parole di Don Moreno:

La Farnesina ha tenuto oggi (12.02.2022) una riunione (unità di crisi) per esaminare la situazione in Ucraina. Viene chiesto agli italiani di lasciare in Paese, in via precauzionale. Un invito confermato e rivolto anche a noi telefonicamente da persone di nostra conoscenza in contatto con l’ambasciata italiana di Kiev che in serata ha postato l’annuncio anche sul proprio sito.

Il Presidente e il governo ucraino hanno chiesto più volte in questi giorni di mantenere la calma e di evitare il panico. Si sta creando un clima di terrore che non aiuta di certo la popolazione. Al momento è cruciale restare calmi, uniti all’interno del Paese, evitare azioni destabilizzanti che creino panico e divisione.

Qui a Kiev la vita trascorre come tutti gli altri giorni, normale. Lavoro, scuola, anche se alcune classi sono ridotte o chiuse per Covid. Si sta organizzando qualche manifestazione in piazza. Aleggia certo la minaccia della guerra… ma il mio giovane confratello Mykhailo mi ricorda (per sdrammatizzare la situazione) che in ogni città, e soprattutto qui a Kiev ci sono rifugi attrezzati per accogliere la popolazione in caso di un attacco!

Noi per il momento siamo determinati a restare. Ieri sera al supermercato una signora che ci conosce si è meravigliata del fatto che non siamo rientrati in Italia. “Non avete paura della guerra?”, insisteva…La mia risposta è stata questa: “Che senso ha abbandonare la nostra gente proprio ora? Siamo qui per creare con voi un clima di speranza e fiducia nel futuro”.

Facciamo nostro l’appello che l’arcivescovo Borys Gudziak, (capo del Dipartimento delle relazioni esterne della Chiesa greco-cattolica ucraina) ha rivolto a tutti i capi di governo e di Stato: “…Che vengano a vedere la gente vera, i bambini, le madri, gli anziani, i giovani impegnati al fronte. Non c’è nessuna ragione perché vengano uccisi, perché siano creati nuovi orfani e nuove vedove. Non c’è nessuna ragione per rendere ancora più povero un intero popolo. In questi 8 anni di guerra ibrida, sono già due milioni gli sfollati interni che hanno dovuto lasciare le loro case e si contano 14.000 persone uccise. Non c’è una ragione per questa guerra e non c’è nessuna ragione per farla scoppiare adesso”.

In queste ultime ore la tensione è alle stelle. Noi cerchiamo di stare calmi e ragionevoli, certo pronti a qualsiasi scenario, dal momento che sono scese in campo (a favore o contro di noi) le due “super potenze”. Ci sostiene la ragionevolezza e la speranza della pace!

Vi invitiamo tutti alla preghiera. A tenere accesa la fiaccola della speranza. Quando la via diplomatica sembra difficile, o addirittura impossibile, noi cristiani sappiamo che la storia è guidata da Dio. E sarà Dio a toccare i cuori dei potenti, dei capi dei governi, di chi ha potere decisionale perché anche questo conflitto possa essere risolto per il bene di tutti.
Grazie a tutti per l’attenzione, la condivisa preoccupazione e la preghiera.

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