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I Domenica di Quaresima – Nel deserto, alla ricerca di Dio

I Domenica di Quaresima – Nel deserto, alla ricerca di Dio

Con il Mercoledì delle Ceneri è iniziato il tempo forte della Quaresima. La parola Quaresima deriva dal latino e significa quarantesimo giorno prima della Pasqua.

Una prassi penitenziale di preparazione alla Pasqua aveva iniziato ad affermarsi già dalla metà del secondo secolo, dalla fine del quarto secolo si definisce il periodo di quaranta giorni, numero legato al simbolismo biblico.

In questa prima domenica di Quaresima la liturgia ci propone il brano delle tentazioni di Gesù, evento che è riportato dai tre sinottici. L’evangelista Marco ci dice che lo Spirito aveva sospinto Gesù nel deserto, dove era rimasto per quaranta giorni tentato dal diavolo.

La descrizione di questo evento fatta da Marco è scarna, appena quattro versetti rispetto a Luca e Matteo. Solo Marco dice che Gesù stava con le bestie selvatiche: cosa significa questo dettaglio?

La frase riecheggia un versetto del salmo 90, non nel senso di un dominio, ma di una riconciliazione con le creature di Dio. Uno dei segni dell’avvento del Messia era il ritorno alla mansuetudine delle bestie selvatiche. La pacifica convivenza di Gesù con le fiere è la figura della riconciliazione universale delle realtà cosmiche con l’uomo: Gesù riappacifica tutta la creazione, l’uomo con Dio e l’uomo con i suoi fratelli.

Le tentazioni avvengono dopo il battesimo di Gesù, mentre lui è nel deserto. Il deserto è un luogo inospitale, pieno di pericoli, senza vita, luogo in cui si sperimentano la fragilità, il senso di smarrimento. Ma è anche luogo di incontro, di intimità, come dice il profeta Osea “La porterò nel deserto e parlerò al suo cuore”.  Nel deserto si sente con prepotenza il bisogno di Dio.

Il deserto fa parte della nostra vita: prima o poi tutti sperimentia momomenti di smarrimento, di arsura, di vuoto, di impotenza. In quei momenti tutti aspettiamo un’oasi dove ristorarci e stare al sicuro.

Nel deserto serve l’acqua per sopravvivere: il discepolo sa che l’acqua che disseta e la mano che solleva è quella del Maestro, quella di Gesù, sorgente di acqua viva.

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