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Sognare l’RSA di domani

Sognare l’RSA di domani

Sulla Rivista on line I luoghi della cura è stato pubblicato un interessante articolo che riprende il tema molto attuale della riforma delle RSA.

Su questo argomento sono intervenute anche ARIS, Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari, e UNEBA, Unione Nazionale Istituzioni e iniziative di assistenza sociale, hanno presentato un documento di grande interesse per il futuro delle RSA.

Nell’articolo, Melania Cappuccio, geriatra e Direttore Sanitario della Fondazione Cardinal Gusmini di Vertova, Bergamo, sottoline come la crisi derivata dalla pandemia rappresenti anche un’opportunità di sognare la RSA del futuro.

Dal punto di vista strutturale, la nuova RSA deve garantire una vita comunitaria, ma deve anche essere un ambiente sanitario e specialistico: sono necessarie molte più stanze singole rispetto alle doppie, con metrature più ampie, gli spazi comuni devono essere molto più ampi rispetto a quelli attuali e ci devono essere spazi più piccoli, stanze in cui svolgere le attività in piccoli gruppi .

Anche gli spazi nel verde sono molto importanti, nella vita quotidiana la vita all’aria aperta rappresenta un elemento di prevenzione.

Dal punto di vista gestionale, le RSA devono adeguare i propri modelli perché oggi non sono solo delle Long Term Care, ma veri e propri ospedali geriatrici territoriali.

Le normative regionali sul cosiddetto minutaggio sono ormai obsolete e superate e non tiene conto degli sviluppi che le RSA hanno avuto soprattutto nell’ultimo decennio, “dove lo standard è già largamente insufficiente nella quotidianità e senza alcuna eccezionalità, figuriamoci con l’esplosione di un’epidemia”.

Anche la tariffazione regionale è un ulteriore elemento critico: molto spesso le RSA erogano servizi superiori agli standard richiesti, censa tuttavia avere un riconoscimento economico.

Una parola chiave per il futuro delle RSA è collaborazione: “Molte RSA hanno, oltre la classica residenza per anziani, altre Unità di Offerta, Degenze per Post Acuti, Riabilitazione di diversa intensità, Cure Intermedie, Nuclei Stati Vegetativi e SLA, Hospice e Cure Palliative, Ambulatori multispecialistici, attività domiciliari varie (ADI, UCPDOM, RSA Aperta). Pertanto dovrebbero assumere un ruolo più incisivo nella rete del sistema sanitario”.

Oltre ai rapporti più stretti con il Sistema Sanitario, le nuove RSA si possono aprire al territorio, producendo servizi e attività, offerti in seguito ad una conoscenza delle persone e dei bisogni.

Il testo completo dell’articolo in pdf: Sognare_RSA

 

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